Il progetto in corso presso l’azienda Caccia al Piano si propone di continuare l’esplorazione avviata in passato, mettendo in relazione la storia e gli spazi della tenuta con l’arte contemporanea. Gli artisti invitati hanno creato opere pensate per mettere in risalto il legame tra i linguaggi artistici e il processo di vinificazione, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva e riflessiva.
Quest’anno, il percorso espositivo si estende attraverso vari punti della tenuta, offrendo un’opportunità unica per esplorare la produzione vinicola attraverso la lente della creatività artistica. Le opere, integrate sia negli spazi esterni che interni, servono da stimolo per riflettere sul luogo e ispirare la futura vinificazione.
Tra le opere in mostra, la scultura “Otto cono maschera” di Francesco Cavaliere, realizzata in ottone lucidato a specchio, accoglie i visitatori con due megafoni orientati verso l’ascoltatore e il cielo. Questo pezzo amplifica parole e suoni dedicati al paesaggio di Bolgheri e al cielo che lo avvolge.
Remo Salvadori presenta “Germoglio”, due interventi situati tra gli esterni e il cuore dell’azienda, per poi concludere nella cella frigorifera. Le sue opere riflettono e interagiscono con l’ambiente circostante, proseguendo un percorso di esplorazione sensoriale.
Namsal Siedlecki contribuisce con le sue opere in zolfo, “Fago (Ugolino)”, collocate al piano superiore della torre. A queste si aggiunge la vasca galvanica “Viandanti”, contenente due sculture in rame immerse in una soluzione di solfato di rame, noto in viticoltura per le sue proprietà fungicide. Questo processo galvanico darà vita a nuove sculture durante il periodo della mostra. Le opere in vetro e rame, “Limes”, sono inoltre sospese tra gli esterni e gli interni, fungendo da amuleti scaccia spiriti.
Infine, l’opera “Untitled (Lament)” di Claire Fontaine, situata nella barriccaia, utilizza la strategia visiva del lightbox pubblicitario per stimolare una riflessione su ciò che vediamo e su ciò che crediamo di vedere.