Il 2022 resterà negli annali della Tenuta di Artimino come un anno di grandi cambiamenti. Infatti, dopo aver riorganizzato tutta la parte accoglienza ed eventi con l’ingresso di Melià come partner (La Meliá Hotels International è una catena di alberghi spagnola fondata nel 1956 da Gabriel Escarrer Juliá, la compagnia è oggi il principale operatore mondiale di resort), dalla vendemmia di quest’anno la parte agronomica ed enologica dell’azienda sono condotte da Riccardo Cotarella che, assieme a Pier Paolo Chiasso, ha accettato con grande piacere la sfida di occuparsi per la prima volta di un’azienda nella zona del Carmignano. Assieme a Cotarella, Annabella Pascale e la famiglia Olmo, hanno voluto anche la consulenza speciale di un uomo di lunga esperienza quale è Vincenzo Ercolino.
Annabella Pascale, che ha dato il via ad un percorso di crescita dell’azienda sul piano viticolo ed enologico, con il suo ingresso come AD assieme al cugino Francesco Spotorno Olmo nel 2012, afferma oggi: “Il desiderio della famiglia Olmo, dal 1980 proprietari della tenuta, è quello di continuare a crescere in qualità e immagine” – poi prosegue: “In questi primi 10 anni del nuovo corso l’azienda è cresciuta tantissimo in primis nella conduzione dei vigneti più attenta e tesa alla qualità, e poi anche in cantina con la realizzazione di Carmignano molto rispondenti al territorio e di alto livello qualitativo. Adesso è il tempo di perseguire nuovi traguardi anche attraverso investimenti importanti sia sul piano enologico sia su quello viticolo perché la mia famiglia sente l’obbligo di crescere ancora e portare la Tenuta di Artimino al ruolo che merita in questa zona fin dal tempo di Ferdinando de’ Medici”.
Fu lui che vi fece costruire nel 1596 la villa Medicea La Ferdinanda, che oggi è Patrimonio UNESCO, dove non è difficile immaginare Cosimo III mentre scrive il “Bando sopra la Dichiarazione dei confini delle quattro regioni: Chianti, Pomino, Carmignano e Val D’Arno di Sopra” del 1716. Così come ci è facile pensare a Caterina De’ Medici che, divenuta regina di Francia, scopre il Cabernet e lo porta a Carmignano dove ancora oggi viene chiamato “uva francesca” e dove ne è d’obbligo da Disciplinare l’uso dal 10% al 20% nell’uvaggio. Obiettivo è un ulteriore percorso di valorizzazione che, nell’idea di Annabella Pascale e della sua famiglia “vuol far crescere con Artimino anche tutta l’area del Carmignano, piccola ma di grande qualità” (la percentuale di premi e riconoscimenti per i produttori della zona è di sicuro tra le più alte d’Italia a dimostrazione del potenziale di questo terroir).
La nuova squadra della Tenuta di Artimino ha già predisposto un nuovo progetto strategico con nuovi protocolli di lavorazione delle uve e, forse, anche nuovi vini, nonché un importante lavoro di valorizzazione della grande superfice boschiva e di oliveti di cui l’azienda dispone. Annabella, che crede molto nella forza del territorio ed è da molto tempo impegnata anche all’interno del Consorzio, si augura che sempre più i produttori della zona si uniscano nel lavoro di valorizzazione e promozione di questa piccola DOCG che ha tanto da dire a tutto il mondo enologico.