Il tribunale dell’Unione Europea, ha fatto sapere l’ente di tutela, “riconosce tutte le ragioni del Consorzio Bolgheri nel caso contro il marchio bulgaro Bolgaré, il cui ricorso viene giudicato definitivamente e manifestamente infondato in quanto il marchio Bolgaré è evocativo della denominazione”.
Dopo sei anni di attesa, commenta il consorzio, “si può fortunatamente scrivere il lieto fine di una vicenda che ha visto minacciate le denominazioni d’origine Bolgheri, in uno scenario che altre Dop italiane hanno vissuto o stanno vivendo”.
Nel 2017, si ricostruisce, Domaine Boyar, maggiore azienda vinicola della Bulgaria, fece domanda presso l’ufficio marchi europeo (Euipo) per registrare il marchio Bolgaré nella classe degli alcolici e, con sorpresa, l’opposizione presentata dal Consorzio Bolgheri fu respinta. Poi è stato necessario attendere fino a quando l’Euipo accolse interamente l’appello del Consorzio. Di conseguenza però la controparte bulgara impugnò l’accoglimento di fronte al Tribunale dell’Ue che, dopo circa un anno, si è ora espresso in maniera definitiva e inequivocabile sulla questione.
Il tribunale Ue, spiegano da Bolgheri, ha fatto sentenza “senza fissare nemmeno l’udienza, poiché i giudici, leggendo la difesa del Consorzio oltre che la decisione dell’Euipo, hanno ritenuto il ricorso bulgaro manifestamente infondato”. Il marchio ‘Bolgaré’, si legge in sentenza, “è idoneo a evocare, nella mente del pubblico di riferimento, la Dop Bolgheri”. Il pubblico, ha ancora osservato il tribunale Ue, di fronte al marchio Bolgaré potrebbe avere “avere in mente l’immagine del prodotto coperto dalla Dop Bolgheri” dato che “tra i due termini sussistono somiglianza fonetica; numero simile di lettere di cui le prime quattro uguali; identità di prodotti; somiglianza figurativa nei caratteri di scrittura”.
Fonte:Federvini