Il 14 dicembre scorso, presso il prestigioso ristorante Il Caminetto a Firenze, si è tenuta l’ultima serata di una serie di eventi enogastronomici denominati “Uguali ma Diversi”, promossa con successo dall’associazione VinoPeople di Firenze. L’evento ha offerto un’esperienza di degustazione concentrando l’attenzione su una selezione di eccellenti Brunello di Montalcino dell’annata 2018, provenienti da tre giovani e promettenti aziende del territorio: San Lorenzo, Querce Bettina e San Guglielmo. Il suggestivo scenario del Ristorante Il Caminetto è stata la cornice perfetta per la serata, arricchita da un menù autunnale curato e magistralmente preparato, con un’attenzione particolare all’utilizzo di materie prime stagionali.
Durante la degustazione dei tre Brunelli di Montalcino protagonisti della serata, abbiamo deliziato i palati con un raffinato menu abbinato, che includeva:
Pecorino affinato in vinacce, fritto e servito su cruditè di pere, Tortelli ripieni di ricotta e spinaci con pesto di salvia e noci, Brasato di Chianina IGP con purea di sedano rapa, Assortimento di cioccolatini di produzione interna
La serata è stata presentata da Sara Cintelli e Milko Chilleri; sono intervenuti i tre produttori per fornirci la storia delle loro famiglie e come sono nate le loro aziende. Sono stati forniti alcuni cenni sulle aziende e il loro vino portato per la serata, nonché la storia del Brunello di Montalcino.
Montalcino, da patria del Moscadello, è diventata patria del Brunello, grazie all’intuizione di Clemente Santi, farmacista ilcinese, il quale impiantò vitigni selezionati di Sangiovese alla Tenuta Il Greppo. Il Sangiovese in purezza alla fine del 1800 non dava piacevolezza di beva se bevuto da giovane, proprio per la sua spiccata acidità e la sua esuberanza tannica. Pertanto, sperimentò un lungo affinamento in botte con risultati sorprendenti in quel periodo. Il primo importante riconoscimento avvenne nel 1869 nella vicina Montepulciano, come ci ha ricordato Milko.
Con l’arrivo della fillossera, fu Ferruccio Biondi Santi, il quale aveva aggiunto il nome della moglie, come ci ha ricordato Sara, a creare un clone di Sangiovese, noto come Sangiovese Grosso. Il nome deriva dal colore scuro dell’uva e dal Borgo medievale. Nel 1966 arriva la Doc e nel 1980 è il primo vino italiano ad ottenere la Docg. Lo stesso giorno altre 3 perle enologiche italiane otterranno la Docg, ma il Brunello di Montalcino è stato il primo vino ad essere pubblicato in Gazzetta ufficiale.
L’azienda agricola San Guglielmo si trova nel versante ovest della cittadina ilcinese, fondata dal padre di Ilaria Martrini; il nome dell’azienda è dedicato al nonno Guglielmo, tra i soci fondatori del Consorzio. Nata nei primi anni 2000, i vini, sia il Rosso di Montalcino sia il Brunello, nascono da un piccolo vigneto contornato da macchia mediterranea, tipica di Montalcino. La prima annata ad essere immessa sul mercato è stata la 2016.
Il vino della serata, il Brunello di Montalcino 2018, affina in botte grande, tonneau e qualche barrique, viene assemblato e poi messo in bottiglia. Rosso rubino trasparente con sfumature granato, al naso sprigiona sentori di violetta, rosa, amarena, prugna, tabacco e spezie dolci; al palato è piacevolmente fresco e sapido, armonioso e setoso. Un buon matrimonio con il Pecorino fritto e crudités di pere. San Lorenzo si trova sul versante sud-ovest a 500 metri s.l.m..
Luciano Ciolfi, dopo aver acquisito importanti conoscenze tecniche e scientifiche lavorando in altre importanti aziende del territorio, fonda nel 1997 la sua cantina a propria immagine e somiglianza, già acquistata dal nonno Bramante nel 1950, al quale ha dedicato il Brunello Riserva. Gli ettari vitati sono 7, immersi nei 40 di proprietà. Un microclima e terreno ideale per la coltivazione della vite. San Lorenzo, oltre a produrre il Brunello annata e nelle migliori annate la Riserva Bramante, produce anche Rosso di Montalcino ed un Rosato Igt.
Il vino della serata, il Brunello di Montalcino 2018, è rosso granato trasparente e consistente, emana sentori di mammola, prugna, mora, erbe aromatiche, sottobosco, bacche di ginepro e pepe nero, con una sottile nota balsamica; al palato è pieno, appagante, generoso e duraturo. Perfetto con Tortelli di patate con ragù di salsiccia e verdure.
L’azienda vitivinicola Querce Bettina anch’essa si trova nel versante sud-ovest di Montalcino a un’altimetria di circa 440 metri s.l.m., immersa tra boschi secolari. Nata nel 1992 e di proprietà di Sandra e Roberto, genitori di Paola Moretti, vanta 2,5 ettari vitati e un ettaro dedicato all’oliveto. Querce Bettina, oltre a produrre vini di elevata qualità quali Rosso di Montalcino e Brunello di Montalcino, anche nella versione Riserva ed Il Campone, produce anche olio extravergine d’oliva. Il nome Querce Bettina deriva da una secolare pianta di querce all’interno della proprietà, sotto la quale sedeva una signora di nome Bettina che raccontava a coloro che passavano da lì storie di magia.
Il vino della serata, il Brunello di Montalcino 2018, è rosso granato trasparente, con un ventaglio olfattivo di prugna, mora e mirto accompagnate da piacevoli note tostate e speziate; al palato è vellutato, leggiadro e decisamente persistente. Abbinamento ideale con Brasato di Chianina IGP con purea di sedano rapa.
Castelli del GrevePesa è una delle più importanti famiglie del Chianti Classico, una cantina cooperativa che raccoglie 120 viticoltori. Fondata nel 1965 dal Cavalier Armando Nunzi in uno dei territori più belli al mondo, il Chianti del versante fiorentino, produce ogni anno un’ampia gamma di vini di qualità a prezzi accessibili. In questa serata abbiamo degustato il loro Vermout o Vermutte (come lo avrebbero voluto chiamare). Un vino aromatizzato che nasce in Piemonte, l’etimologia del nome deriva dall’artemisia che in tedesco si traduce, appunto, Wermut.
Ottenuto con il 75% di vino da uve di Sangiovese e l’infusione di 16 botaniche, in prevalenza provenienti dal territorio toscano, è l’abbinamento perfetto con l’assortimento di cioccolatini artigianali serviti a fine pasto.
Il pregiato vino aromatico è stato abbinato con maestria a un assortimento di cioccolatini realizzati in modo eccellente e artigianale da Alessandra Aiazzone, titolare insieme alla sua famiglia del ristorante Il Caminetto.