Il Brunello non è riproducibile, è unico [VIDEO]

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Assente per motivi “ingiustificati” a Benvenuti Brunello 2017 compenso la disattenzione al Vinitaly, tra i vari assaggi mi soffermo alla Fattoria dei Barbi dove ho il piacere di incontrare il padrone di casa, Stefano Cinelli Colombini.

Devo dire che parlare con lui è stato davvero piacevole, avvocato di grande cultura, che molti anni fa ha  scelto di lavorare nella propria azienda di famiglia.

Il primo tema è appunto l’ultima annata, la 2012 da poco presentata che conferma tutte le aspettative.

“Il 2012 è una annata estremamente bilanciata” – racconta Stefano – “grande eleganza e straordinaria raffinatezza è ricco e di grandissima durata in bocca. Un vino che avrà una capacità di affinamento di oltre 50 anni”

L’occasione è anche quella per parlare dei gusti, soprattutto dei più giovani, i nuovi consumatori di vino, spesso poco educati, che spesso cercano nel vino un certo tipo di clichè, una moda che non sempre appartiene ai Grandi Toscani come il Brunello.

“Il palato educato chiede sempre vini che rispondano di più al territorio” – prosegue Stefano –“che siano interessanti, complessi che abbiano una unicità. I grandi vini classici esistono da tempi molto lunghi, non solo quelli francesi, ma anche quelli italiani.”

Esistono infatti mode e tendenze che cambiano, oggi il Prosecco ieri il Verdicchio una volta c’è stato anche il Corvo, tanti vini che sono solo passati, poi ci sono i vini che restano e sono un’altra cosa.

“Quelli sono i grandi classici” – continua Stefano – “il Brunello è un grande classico, un vino di fama internazionale e grande reputazione. Le mode passano l’unico non è riproducibile, ed il Brunello è unico”

L’invito per tutti è quello di assaggiare, con molta calma ed alla giusta temperatura, questa bella annata di Brunello di Montalcino.