Il Gallo Nero canta forte chiaro e ci racconta un territorio ed un vino in forte ascesa. La bella conferma durante l’ultima Collection del Chianti Classico, 197 produttori dalle spalle forti.
“In ogni azienda si lavora duramente e quotidianamente per il raggiungimento delle qualità più elevate” – racconta Giovanni Manetti, presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – “il consorzio da parte sua deve sostenere questo lavoro fatto dai viticoltori, mettendo in campo una strategia di “premiumizzazione” e di migrazione graduale verso le tipologie con un più alto valore aggiunto. Questo lavoro già si vede perchè nell’ultimo anno la produzione e la vendita di Chianti Classico Riserva e Gran Selezione è aumentata considerevolmente.”
Il vitigno Sangiovese torna finalmente in primo piano ed il know-how dei produttori unito al sapiente utilizzo del territorio restituisce risultati apprezzabili anche in annate difficili come la 2017.
“Un’ottima annata a Lamole” – racconta Simone Coccia, Castellinuzza e Piuca – “per fortuna per noi a Lamole quando fa così caldo la vigna risponde sempre molto bene.”
“La decisione che ci ha permesso di salvare la qualità dell’annata” – racconta Alessia Ricceri, Az. Agr. Gagliole di Castellina in Chianti – “è stata sicuramente quella di lasciare le uve sulle piante più a lungo rispetto ad altre aziende. Questa attesa è stata ripagata da delle piogge arrivate poi sulla prima decade di Settembre.”
Vini dolci, fruttati e piacevoli, quelli dell’annata 2017, ma che forse lasciano meno spazio evolutivo. Otto anni di crescita per una denominazione, impegnata nella valorizzazione delle sue prime eccellenze come la Gran Selezione.
“Bisogna essere convinti di fare delle scelte in azienda, che siano rigorose” – racconta Francesco Ricasoli, Castello di Brolio – Gaiole in Chianti – “per mostrare veramente l’essenza della massima espressione della propria azienda, questo deve rappresentare la Gran Selezione.”
Tra i temi di attualità anche il mutamento climatico, problema che il Consorzio del Chianti Classico insieme ai produttori si prefiggono di approfondire al fine di trovare le giuste soluzioni.
“Stiamo pensando di far partire un progetto di ricerca che affronti questo tema” – racconta Giovanni Manetti, presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – “investire soldi in ricerca è senz’altro molto positivo e utile.”
Il Chianti Classico si conferma territorio pronto ad ogni sfida sia commerciale che produttiva.