Nel corso del Consiglio direttivo dello scorso 8 Settembre il consiglio ha confermato Federico Giuntini presidente del consorzio. Vice Presidenti sono Gerardo Gondi della Tenuta Bossi Marchesi Gondi e Faye Lottero della Fattoria Lavacchio. Insieme al Presidente e ai Vice-presidenti compongono il Consiglio Direttivo del Consorzio Cesare Coda Nunziante (Colognole), Presidente uscente, Lamberto Frescobaldi (Frescobaldi), Tommaso Inghirami (Grignano), Clemente Busi (Travignoli), Lorenzo Casadei (Castello del Trebbio), Stefano Fantechi (Vicas).

“L’incarico assunto è molto impegnativo in un momento nel quale il Consorzio sta ridefinendo il proprio ruolo e ha in cantiere importanti iniziative.” sostiene Federico Giuntini, “In primo piano c’è la continuazione del progetto TerraElectae, presentato ufficialmente a Milano il 4 maggio e per il quale 13 aziende hanno già in cantina i vini con questo marchio. Fin dalle prime uscite ufficiali abbiamo capito che questo progetto è in grado di far emergere le migliori doti del territorio rivendicandone la sua unicità e di coinvolgere tutti i produttori in un’azione comune come veri professori in un’orchestra ben accordata. Il prossimo passo consisterà in una serie di press tours per la stampa specializzata nazionale e internazionale al fine di far conoscere caratteristiche e finalità di questo progetto”.

I programmi del Consorzio prevedono altre azioni di grande portata. Per prima la trasformazione del territorio in Bio-Distretto. “La Toscana conta 350mila ettolitri di vino bio, ovvero ben il 15% degli ettolitri prodotti a livello nazionale.” prosegue Giuntini “e il biologico è sempre più richiesto dai buyers internazionali. Facciamo parte delle denominazioni regolamentate dal Bando di Cosimo III del 1716. Tra queste la DOC Valdarno di Sopra ha già intrapreso la strada della denominazione totalmente bio per disciplinare e questo potrebbe essere un esempio da seguire”.

Per l’autunno 2023 è in cantiere un grande evento da tenersi a Firenze dedicato ai buyers nazionali ed internazionali. “La specificità dei vini della Rufina deve essere sempre più messa in evidenza” conclude Giuntini “al fine di far emergere in maniera distinta i loro valori qualitativi, ottenuti grazie a questo territorio, ma anche e soprattutto grazie al lavoro svolto dai suoi vignaioli.”