Tra i primi ad esprimere il proprio dissenso non è mancata Coldiretti, dopo la notizia dei giorni scorsi, riguardante le nuove etichette per il vino, con la dicitura “nuoce alla salute”, approvate in Irlanda. Era inevitabile che le reazioni si sarebbero susseguite una dopo l’altra in tutta Italia, visto e considerato quanto il settore del wine & beverage è in crescita nella penisola e quanto influisce nel mercato attuale italiano.
“Quello dell’Irlanda è un approccio semplicistico quanto pericoloso che falsifica la realtà e potrebbe avere delle serie conseguenze dal punto di vista economico”. – È quanto sostiene Coldiretti Sardegna. Proprio Battista Cualbu, presidente dell’ente sopracitato ha sottolineato – ” Il vino è uno dei prodotti simbolo della dieta mediterranea quella che ha consentito alla Sardegna di vantare un altissimo numero di ultracentenari e avere al suo interno una delle cinque blue zone al mondo, quelle dove si vive più a lungo. Il problema di un eccessivo consumo di alcool è da stigmatizzare ed è un problema sociale che va affrontato ma non può essere associato al vino, alla birra e ad un loro consumo moderato che anzi (se consumato con moderazione) fa bene ed è attestato scientificamente oltre che dall’esperienza come ci testimoniano i tanti ultracentenari che hanno in tanti hanno sempre testimoniato di aver bevuto un bicchiere di vino tutti i giorni”.
Intervenuto sull’argomento anche Paola Lanzavecchia, presidente della Sezione Vini e Liquori di Confindustria Cuneo – “La scelta unilaterale del governo irlandese di introdurre in etichetta messaggi di warning salutistici obbligatori per tutte le bevande alcoliche, vini compresi, è una scelta azzardata e sproporzionata che non tiene conto della specificità del prodotto vino rispetto ad altre bevande, con il rischio di creare confusione verso il consumatore sul rapporto tra alcol, vino e salute”.
Il presidente di Confindustria Cuneo prosegue: – “Oltre dieci nazioni, tra cui Italia Francia e Spagna, avevano espresso profonde critiche alla proposta irlandese, che avrebbe potuto essere superata se la Commissione Europea si fosse espressa entro il termine del periodo di sospensione della norma, lo scorso 10 dicembre. Sarà importante che il Governo Italiano insieme ai partner europei che già si sono fortemente opposti, contrasti con forza l’approccio afono della Commissione Europea, con azioni politiche veloci ed efficaci, ricordando che oltre a rappresentare il prodotto della filiera primaria con il maggior valore di quote di mercato, prima di tutto il vino ha un valore intangibile e fondamentale. L’importanza del vino e della coltivazione della vite sono descritte fin dai testi sacri della Bibbia. Il vino, quale antico, ultramillenario testimone e portatore di cultura, non può essere assimilato e paragonato ad alcun altro eccellente prodotto agroalimentare, perché ci parla dell’uomo e della sua storia”.
Anche il Friuli Venezia-Giulia essendo una regione con una grossa fetta di mercato che si muove nel mondo del vino ha espresso la sua totale contrarietà a questa decisione che potrebbe diventare un precedente molto pericoloso – “Così si colpisce tutta la produzione del made in Italy”.