Tra i territori colpiti dall’alluvione, le cantine e le realtà vitivinicole dei Colli Bolognesi continuano a registrare in queste ore i danni subiti alle infrastrutture e ai vigneti. L’appennino bolognese, e con esso la viticoltura di collina che abbraccia la città di Bologna, non sono stati risparmiati dalle precipitazioni eccezionali e persistenti che hanno interessato tutta la Regione nel mese di maggio e che hanno raggiunto il culmine la scorsa settimana, provocando l’esondazione di numerosi corsi d’acqua – anche minori – ma soprattutto frane e smottamenti.
Il Consorzio Vini Colli Bolognesi ha raccolto dai suoi soci – in tutto 90 piccoli e medi produttori che coltivano oltre 1.000 ettari di vigneti – decine di segnalazioni che evidenziano situazioni problematiche in diverse aree di produzione, dalla zona di Sasso Marconi a Bologna San Lazzaro, da Monte San Pietro a Castello di Serravalle, Monteveglio e Zola Predosa. Frane e smottamenti hanno raggiunto in alcuni casi i vigneti, rendendo impossibile l’accesso in sicurezza agli stessi e non consentendo il lavoro sul campo in una fase vegetativa delicata, con condizioni climatiche avverse che potrebbero creare ulteriori complessità alla produzione.
Numerosi anche i problemi alle infrastrutture che hanno talora isolato le cantine, con il crollo di viabilità di accesso e l’interruzione dei collegamenti.
Quel che emerge ancora più chiaramente dopo le piogge di queste ultime settimane è la necessità di salvaguardare la viticoltura in collina e nelle zone di montagna, anche come prevenzione e risposta ai fenomeni climatici sempre più estremi che si stanno registrando negli ultimi anni. Il presidio degli agricoltori attivi limita i danni conseguenti a questi eventi: un terreno coltivato risulta più compatto, contenendo il rischio di smottamenti.
“Precipitazioni così estreme possono essere ancora più difficili da fronteggiare se arrivano dopo mesi di siccità – spiega Antonio Capelli, Presidente del Consorzio Vini Colli Bolognesi. È un fenomeno che ormai conosciamo bene e che riduce la capacità dei terreni di assorbire acqua. Un’agricoltura artigiana rispetto ad una formula intensiva può fornire qualche arma in più per far fronte a condizioni tanto avverse: grazie all’attenzione alla sostanza organica dei terreni è infatti possibile mantenerli più permeabili. Abbiamo il dovere di salvaguardare l’agricoltura di collina dopo le perdite ormai irreversibili dell’agricoltura di montagna”.
In un quadro caratterizzato a livello mondiale dal cambiamento degli equilibri climatici con una frequenza sempre più alta di episodi di forte intensità, l’impegno congiunto di aziende, istituzioni e territorio risulta imprescindibile. “Le esondazioni che hanno interessato il nostro territorio sottolineano un’altra necessità urgente, ovvero quella di non sottovalutare la corretta manutenzione dei bacini idrici” commenta Capelli.
Il Consorzio Vini Colli Bolognesi esprime tutta la sua solidarietà verso tutte le attività del territorio colpite dall’accaduto e le popolazioni dell’Emilia-Romagna e delle vicine Marche lese dall’alluvione.