Negli ultimi dieci anni, la superficie vitata dell’Etna DOC è cresciuta del 70%, con la produzione di vino quadruplicata e l’enoturismo che diventa un asset di lusso. Il successo di questa denominazione, che comprende 1500 ettari distribuiti su 20 comuni (Catania) e 133 contrade, ha attratto sempre più giovani imprenditori, favorendo uno sviluppo economico e sociale notevole nell’area.
Secondo il Consorzio Etna DOC, la quota di aziende vinicole gestite da under 41 è salita al 20%, con un incremento significativo negli ultimi tre anni. Questo fenomeno ha creato nuove opportunità di lavoro, con 200 mila giornate lavorative annuali e circa 2500 persone impiegate nel settore. Come ha sottolineato Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio, il vino si sta affermando come un “calmieratore sociale”, con i giovani che tornano a coltivare le terre dei nonni, frenando così l’emigrazione dall’isola.
L’Etna DOC, con un fatturato annuo di 50 milioni di euro, non solo sostiene le aziende locali, ma genera anche un impatto economico sul territorio. L’enoturismo, con 200 mila presenze all’anno, porta un valore aggiunto di 123 milioni di euro, con un impatto di 82 euro per ogni bottiglia consumata in loco. Oltre il 60% delle aziende organizza tour e degustazioni, mentre circa il 20% ha investito in strutture turistiche e ristoranti.
Durante gli Etna Days (12-14 settembre a Castiglione di Sicilia, Catania), 100 cantine partecipano a degustazioni, visite guidate e incontri con la stampa specializzata, mettendo in risalto i vitigni di Nerello Mascalese e Caricante, alla base delle principali varietà di vini DOC dell’Etna.