Perché a volte il modo migliore per esaltare e valorizzare qualcosa che è già nella sua intima natura, eccellente e unico, è lasciarlo esprimere per come è, nella sua tipicità e nella sua essenza, senza interferire.
Cercherò di essere coerente con lo stile di questo articolo.
Venerdì 26 giugno, il ristorante Golden View a Firenze, ha presentato alla stampa il nuovo chef Andrea Candito.
Il bianco candido delle pareti, che predomina all’interno delle sale, fin dall’ingresso, lascia ammirare formaggi, salumi e vini, né incorniciandoli né sottolineandoli, semplicemente lasciando che emergano nella loro bontà di materie prime di assoluta eccellenza.
Seguendo rapito questa albina atmosfera sei catapultato passo dopo passo alla vetrata sull’Arno da cui puoi ammirare stupefatto il Ponte Vecchio. Non emerge stavolta, addirittura esplode letteralmente dentro le sale da pranzo tanto vivida e colorata come immagine.
Immagine di una Firenze che del Rinascimento ha fatto la sua “Golden Age” ma che viene da molto più lontano, quando ancor prima degli orafi, su Ponte Vecchio vi erano “i beccai” (i macellai) e i verdurai ed era quindi un luogo frequentato dai fiorentini tutti. Era la “pancia” della Firenze, intesa anche come insieme di sensazioni ed emozioni vere e veraci, vissute e istintive, profonde e intime.
Sensazioni che permeano, sotto forma di vibrazioni invisibili, senza filtri alcuno, dalle vetrate del Golden View e ti predispongono alla bellezza.
E quando sei immerso, inzuppato e ubriacato da tale beltà ti aspetti di ritrovarla magicamente trasmutata in bontà nei piatti e nei calici.
Vediamo quanto lo chef Andrea Candito sarà riuscito in questa sublime opera alchemica.
Ecco il menù degustazione di pesce:
Sashimi di ricciola, cremoso alla mentuccia, rape in agrodolce, caviale e shiso
Baccalà del Morro in tempura, piselli, tartufo estivo e finocchietto selvatico
Chitarra, gamberi di Sicilia, burro di Normandia, caviale, basilico
Rombo, scalogno allo Champagne, puntarelle, spuma di patate, erba cipollina e quinoa, vino in abbinamento Colli di Luni Vignebasse 2022
Piatti che uniscono materie prime della cucina tradizionale italiana con elementi e alimenti di altre culture. Piatti come ponti fra diverse e lontane realtà, in onore e similitudine con Ponte Vecchio.
Elemento centrale, il pesce, sempre cucinato rispettandone le caratteristiche per esaltarne al massimo il proprio intrinseco ed autentico sapore impreziosito poi di volta in volta da caviale, tartufo estivo fresco, varie erbe aromatiche a aumentarne la complessità ed elevarlo gustativamente.
Intrigante ed appetitoso questo stile che accarezza il palato con la morbidezza e la tendenza dolce del pesce e al momento stesso lo stuzzica, lo solletica e lo seduce poi, di volta in volta con la sapidità del caviale, l’aromaticità del tartufo o del burro di Normandia, la speziatura delle spuntature allo champagne o la croccantezza della quinoa.
Lo chef Andrea Candito ha veramente trovato una chiave di lettura molto accattivante e personale dove, sicuramente le sue origini partenopee, unite alle precedenti esperienze lavorative, hanno contribuito ad arrivare a questo livello.
Sarà interessante poter degustare prossimamente gli altri menù: il vegetariano e la carne.
Il vino abbinato Vignebasse 2022, Vermentino 95% e Albarola 5%, è risultato un po’ abbondante su sashimi e rombo forse un po’ leggero sulla chitarra e perfetto sul baccalà, tutto sommato ha accompagnato e raccordato piacevolmente tutto il pranzo. La scelta di non cambiare vino è stata volutamente fatta per concentrarsi unicamente sui piatti.
La cantina è veramente di livello assoluto!
Ultima nota di colore, anzi di non colore…
I piatti di servizio sono rigorosamente bianchi, ancora una volta in totale coerenza con l’ambiente, per lasciare che sia il cibo stesso ad emergere ed esprimersi senza esserne minimamente influenzato.
Se vuoi fare un tuffo nella bellezza questo è il posto giusto.
Con ogni senso!