La Tenuta di Bibbiano è situata nel territorio storico del Chianti, nel comune di Castellina in Chianti, e si affaccia sulla Val d’Elsa in direzione del castello di Monteriggioni, in una zona ove la coltivazione della vite ebbe origini etrusche e, poi, tardo-latine. Tramandata da padre in figlio, Bibbiano è oggi giunta alla quinta generazione ed è guidata oggi da Tommaso e Federico Marrocchesi Marzi, nel Chianti Classico è tra le più antiche tenute appartenenti alla stessa famiglia.
“La nostra filosofia si basa sulla responsabilità e sull’armonia. La responsabilità per quello che facciamo per la terra, per il terroir e per i vini, unici del loro genere; l’armonia è nel seguire la propria vocazione, nel rispettare la natura del territorio e le tradizioni della famiglia.” – mi racconta Tommaso Marrocchesi Marzi – “Per la produzione dei nostri vini non utilizziamo uve delle varietà internazionali che tendono ad eliminarne l’individualità. In azienda si coltiva Sangiovese, uva autoctona della Toscana, e altre varietà tutte rigorosamente indigene. Il rispetto della natura e la venerazione per la sua saggezza: questi sono i principali valori di Bibbiano. Vogliamo produrre i nostri vini seguendo solo le leggi della natura. Per noi l’approccio biologico non è la strategia del business ma la regola immutabile della nostra vita.”
Circondati da ampi oliveti di più di tremila piante, i vigneti di Bibbiano si estendono per una superficie complessiva di circa 30 ettari tra i 270 ed i 310 metri di altitudine, disposti su declivi collinari che godono di un’invidiabile esposizione e di un ottimo microclima, caratterizzati da sedimenti argillosi di formazione pliocenica, più o meno compositi e ricchi di roccia alberese.
“La famiglia vive su questa terra da più di 150 anni e la sua esperienza testimonia che la natura non tollera la violenza nei suoi confronti ma è disposta a premiare in maniera generosa coloro che la trattano con profondo rispetto. Uno di questi premi sono i cloni dell’uva, unici del loro genere, che si è riusciti a preservare dai vitigni originali dell’azienda grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) – Università di Firenze. Una parte notevole del lavoro è stata già realizzata dalla stessa natura, l’uomo deve solamente trovare e preservare le sue migliori opere e a Bibbiano lo sanno fare.” – prosegue Tommaso.
I vigneti sono costituiti da impianti di uve rosse di Sangiovese Grosso e di Sangiovese, da vitigni di Canaiolo, Malvasia Nera, Ciliegiolo e di Colorino, nonché Trebbiano, Grechetto e Malvasia del Chianti, posti sui due versanti che caratterizzano Bibbiano e che ne marcano le differenti caratteristiche organolettiche.
“Con una attenta selezione dell’uva durante la vendemmia, tuttora svolta manualmente, e vinificando separatamente i singoli cru dei diversi versanti, ogni anno diamo espressione naturale al nostro terroir ed alle sue peculiarità, alle sue risorse ampelografiche e viticole, rispettando i nostri desideri di equilibrio tra la modernità, la tradizione e la storia di questo luogo.” – conclude Tommaso