È stato bello viaggiare a tavola attraverso i vini eleganti e verticali del Podere Capaccia, tre ettari a 550 metri sul livello del mare. “Siamo situati nella parte nord di Radda in Chianti, in Toscana, abbiamo Monte San Michele alle nostre spalle. Il terreno, caratterizzato da arenaria e alberese, subisce l’influenza del bosco e negli ultimi anni, in seguito al cambiamento climatico si è registrato un favorevole impatto sulla produzione”. Così ha esordito Alyson Morgan, enologa e “Capaccia manager” , raccontando agli ospiti e al giornalista Milko Chilleri dell’azienda e della sua passione. Narrazione, vino e buon cibo. È vincente la formula di “A tavola con il produttore”.
Per iniziare la cena abbiamo degustato il Chianti Classico del 2021. Sangiovese in purezza. Un vino che parla e rivela il lavoro certosino che vi è alle spalle. Raccolta manuale, grappolo per grappolo, selezione accurata, invecchiamento in botti grandi di quercia. È un vino puro, con sentori boschivi, ma anche di ciliegia e di rosa. Al palato è morbido. L’abbinamento proposto dal patron dell’Osteria il Pratellino a mio avviso è risultata azzeccatissima: tonno del Chianti. Un piatto che affonda le sue radici nella tradizione toscana, nato in passato dall’idea di conservare strategicamente nell’olio parti spesso meno nobili del maiale, in attesa della stagionatura dei salumi.
A seguire è stato servito il Querciagrande IGT di due annate diverse, proveniente dal vigneto Capannelle sul versante esposto a sud. Il vino del 2020, più chiuso al naso, ottimo, ma forse più cupo, regala sentori di cuoio, pellame, cipolla. In quello del 2019 ho percepito note balsamiche, fruttate. Colore più brillante. Un vino decisamente più pronto.
Si tratta di un’etichetta storica nata nei primi degli anni ottanta e rifatta da Alyson che lo ripropone dopo venti anni. Questo vino, che esige un piatto importante, è stato proposto sia con l’inzimino di ceci, stracotto eccellente, sia con un risotto al lampredotto, pietanza inedita per me e piacevolmente sorprendente.
La francesina, sapiente connubio di carne, cipolle e pomodoro, era annaffiata dal Capaccia 2020, buon equilibrio tra uve bordolesi e toscane, 50% Cabernet sauvignon, 25% Cabernet franco e 25% Sangiovese. Al naso si è inebriati da sentori erbacei, peperone, pomodoro, spezie come noce moscata e pepe. Al palato è morbido e ricco. Perfetto, immagino, anche da gustare con del cioccolato, magari a casa, davanti al tepore di un caminetto.
Il dolce della serata era il bongo accompagnato dal mio gin del cuore, il Gin Dry Castelgreve, ormai irrinunciabile. Tutto il territorio chiantigiano in uno “shottino”. Molto intenso e piacevole. Ginepro, salvia, tanto pepe nero e ogni volta mille note con rimandi antichi.
Il prossimo appuntamento con il gusto è fissato per giovedì 23 gennaio, dedicato al territorio di Cortona e alla prestigiosa cantina di Chiara Vinciarelli.