L’area in questione, già interessata da oltre 200 ettari di impianti fotovoltaici e agrofotovoltaici, vedrebbe un’ulteriore espansione con l’installazione di pannelli e pale eoliche su una superficie equivalente a 400 campi da calcio. Secondo il Consorzio, questo porterebbe a un “colpo forse mortale” per la vocazione turistica e vinicola della zona.

L’impatto visivo di questi impianti sarebbe devastante per un territorio che ha fatto del paesaggio il suo punto di forza. Le colline ricoperte di vigneti e oliveti verrebbero deturpate da pannelli e piloni, con un danno incalcolabile all’immagine di un’area rinomata per la sua bellezza e la sua autenticità.

Inoltre, la proliferazione di queste infrastrutture rischierebbe di compromettere l’identità stessa dei prodotti locali, come i vini DOCG e IGT della Val di Cornia, che traggono il loro valore proprio dal legame con il territorio e dalle sue caratteristiche uniche.

L’industria del turismo, che rappresenta una delle principali fonti di reddito per la Val di Cornia, sarebbe seriamente compromessa dall’installazione di questi impianti. I turisti, attratti dal fascino incontaminato della zona, non sceglierebbero più una destinazione deturpata da pale eoliche e pannelli fotovoltaici.

Anche il settore vitivinicolo subirebbe un duro colpo, con la perdita di valore dei prodotti locali e la messa a rischio di migliaia di posti di lavoro. L’economia locale, basata su un modello di sviluppo sostenibile e rispettoso del territorio, verrebbe stravolta a favore di interessi privati che poco hanno a che fare con il benessere della comunità.

Il Consorzio propone soluzioni alternative per la produzione di energia rinnovabile che non compromettano il paesaggio e l’economia locale. Si propone di installare pannelli fotovoltaici su tetti di edifici, aree industriali e dismesse, e di investire in tecnologie meno invasive come l’eolico offshore.

L’obiettivo è quello di coniugare la produzione di energia pulita con la tutela del territorio e delle sue vocazioni, garantendo uno sviluppo sostenibile che sia davvero a beneficio della comunità.

La Val di Cornia, conosciuta come “l’orto della Toscana”, non può rinunciare alla sua vocazione agricola e alla sua bellezza naturale. Il Consorzio Suvereto e Val di Cornia si appella alle istituzioni affinché tutelino il territorio e il futuro di questa preziosa area, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile che rispetti l’ambiente e le tradizioni locali.