Dopo il Chianti Classico e Chianti Rufina, anche il Vino Nobile di Montepulciano si prepara al lancio della sua tipologia premium: le “Pievi”. Questo nuovo progetto, che debutterà nel 2025, punta a consolidare il legame tra la qualità del vino e le radici storiche del territorio Poliziano, mettendo in risalto le antiche pievi che caratterizzano la zona.
I dodici vini presentati in anteprima rappresentano il vertice qualitativo della denominazione, con un’identità radicata nella tradizione locale. Recenti scoperte archeologiche hanno ulteriormente rafforzato questa connessione, creando una narrazione che intreccia vino, storia e cultura.
Con una produzione iniziale limitata al 5% del totale, il Vino Nobile “Pieve” sarà destinato a un pubblico selezionato, consolidando l’immagine di eccellenza della denominazione. “Siamo tornati a riappropriarci di qualcosa che già esisteva,” hanno dichiarato il presidente e il vicepresidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, sottolineando l’impegno a rispettare la natura e il territorio.
Il “Pieve” deve contenere almeno l’85% di Sangiovese (localmente chiamato Prugnolo Gentile) e può includere fino al 15% di vitigni complementari come Canaiolo Nero, Ciliegiolo e Mammolo. I vigneti devono avere almeno 15 anni, e la resa non deve superare i 70 quintali per ettaro.
La vinificazione e l’imbottigliamento devono avvenire esclusivamente nei vigneti aziendali, garantendo tracciabilità e controllo. Il vino deve maturare per almeno tre anni, con 12 mesi in legno, 12 mesi in bottiglia e i restanti in altri contenitori.
È bello osservare come la Toscana stia puntando sempre di più sulla qualità dei suoi vini, valorizzando i territori e le sottozone attraverso la tipologia Cru. I produttori stanno riscoprendo e abbracciando le proprie radici, riportando al centro tradizioni e vitigni autoctoni che raccontano l’identità del luogo.
Per troppo tempo, molte denominazioni hanno cercato di emulare stili e vini lontani, spesso affidandosi a vitigni alloctoni poco rappresentativi del territorio. Questo percorso, che ora sta volgendo verso una maggiore autenticità, sembra essere favorito anche dai cambiamenti nel consumo delle nuove generazioni.
I giovani consumatori scelgono sempre più spesso bottiglie per il piacere che il vino offre in sé, senza necessariamente abbinarlo a un pasto. È un segnale importante: il vino torna a essere apprezzato come espressione pura di una cultura e di un terroir, svincolato da schemi rigidi e aperto a una fruizione più libera e contemporanea.
(Il metodo di valutazione rispecchia le caratteristiche del vino assaggiato, le impressioni organolettiche ed emozionali dello stesso, del tutto soggettive e legate al mio gusto)
Pieve San Biagio – Bertille ⭐
Al naso si presenta con un frutto fragrante, fresco e vivace di tonalità rosse. Il sorso è agile, energico, con una buona sapidità. Un vino da attendere per coglierne la piena evoluzione.
Pieve Le Grazie – Talosa ⭐⭐
Bouquet complesso, dominato da frutti rossi e neri, arricchito da sentori di grafite e tabacco. Il palato è profondo, minerale, con un ritorno finale di arancia e sfumature eleganti.
Pieve Valardegna – Avignonesi ⭐⭐
Naso delicato di rosa, ciliegie e amarene, accompagnato da sentori di legni nobili. Al palato è autentico e pulito, con tannini asciuganti e una chiusura amaricante che ne caratterizza il finale.
Pieve Cerliana – La Ciarliana ⭐⭐
Intenso al naso con note di duroni, rovo e sfumature di caffè e grafite. Il palato è espressivo e speziato, con ritorni di caffè e rabarbaro che ne arricchiscono la struttura.
Pieve Cervognano – Le Berne ⭐⭐⭐
Aroma raffinato e complesso con rose, viole, ciliegie, fragole e un accenno di grafite nel finale. Il sorso è succoso, autentico e ben bilanciato, con una piacevole sapidità.
Pieve Valiano – TreRose ⭐
Note di frutti rossi e neri emergono al naso, accompagnate da sentori ferrosi e di sottobosco. Il palato risulta meno strutturato, ma si distingue per un sapore piacevole e diretto.
Pieve Gracciano – Tenuta di Gracciano della Seta ⭐⭐⭐
Elegante al naso con rose, ciliegie mature, mammole e un tocco di pesca gialla. Al palato spicca per la tensione e la saporosità, con un finale in crescendo dove ritorna la pesca.
Pieve Sant’Albino – Carpineto ⭐⭐⭐
Naso fine e minerale con sentori di mirtilli, pepe e tabacco biondo. Al palato si mostra succulento e progressivo, con una trama saporita e ben bilanciata.
Pieve Ascianello – De’ Ricci ⭐⭐
Profumi intensi di ciliegie mature, viola mammola, pepe nero e sfumature di cuoio e cardamomo. Al palato è succoso e raffinato, con un finale che richiama arancia rossa e spezie.
Pieve Sant’Ilario – Vecchia Cantina Montepulciano ⭐⭐
Aromi di ciliegie, geranio e susine, con una piacevole speziatura dolce. Al palato è snello e gustoso, con ritorni di pesca e prugna.
Pieve Caggiole – Poliziano ⭐⭐⭐
Rose, incenso e piccoli frutti rossi al naso si fondono con grande eleganza. Sorso di eccezionale finezza, con un lungo finale di arancia sanguinella.
Pieve Badia – Vannutelli ⭐
Susine, more e richiami vegetali emergono in un frutto croccante e intenso. Il palato è pieno, con una mineralità marcata e ritorni di caffè, tendente all’opulenza.