Il Gallo Nero riparte con la CCC21 [VIDEO]

Il chiostro grande di Santa Maria Novella a Firenze è stato il magnifico scenario della CCC21, un appuntamento fortemente voluto dal consorzio per far degustare in presenza a giornalisti ed addetti ai lavori, le nuove annate del Chianti Classico.

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Salvaguardare un momento fondamentale di confronto per gli addetti ai lavori e le nuove annate sul mercato: questo è stato l’obiettivo che il Consorzio del Gallo Nero si è posto con l’anteprima 2021. E così, grazie a scrupolosissimi controlli sanitari e a una organizzazione impeccabile, è andata in scena la Chianti Classico Collection 2021, location d’eccezione, il loggiato grande di Santa Maria Novella a Firenze.

“Molti giornalisti e operatori del settore non erano in grado di raggiungere Firenze, per questo abbiamo deciso di andargli incontro, – dichiara Giovanni Manetti, presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – “abbiamo infatti mandato i campioni di vino in molte città europee e del mondo, come New York, Chicago, Londra, Tokio e Monaco di Baviera, dove si sono svolte, o si svolgeranno nei prossimi giorni, session di degustazioni con i nostri incaricati.”

Momento di ottima salute per il Chianti Classico: i dati positivi delle vendite fanno emergere chiaramente la scelta del consumatore indirizzata sempre più verso tipologie di vino di alta qualità.

Giovanni Manetti, presidente Consorzio Vino Chianti Classico

“Anche nel corso del 2020 abbiamo avuto una perdita ma molto limitata” – prosegue Manetti – “con una contrazione intorno all’8%, però già nei primi mesi del 2021 si è assistito ad un effetto rimbalzo, siamo infatti a +31% rispetto al 2020 e +7% rispetto al 2019.”

E allora andiamo ad analizzare con alcuni addetti ai lavori le annate, partendo dalla discussa 2017.

“Come sempre nelle cose, quando ci ripensi con calma riesci a vederle in un’ottica diversa” – racconta Stefano Tesi, alta-fedeltà.info – “ho trovato infatti delle conferme che mi aspettavo, altre che non mi aspettavo, ho trovato infine qualcosa di altalenante cose ottime e altre più andanti, ma questo fa parte del gioco.”

E poi la 2018, annata fresca e piovosa, che restituisce vini meno strutturati ma forse più eleganti.

“La 2018 la considero un’annata molto interessante” – racconta Daniele Cernilli, DoctorWIne.IT – “con una prevalenza di acidità sui tannini, quindi un’annata un po’ più fresca”.

“La tendenza di molti produttori è stata quella di produrre vini non particolarmente corposi” – spiega Paolo Bini, spiritoitaliano.net – “di grande struttura, di grande estratto e particolarmente bevibili, un ottimo compromesso.”

“Menzione d’onore per i produttori che fanno molte selezioni della vigna” – racconta Andrea Gori, intravino.com – “perché un’annata come la 2018 ho trovato aziende che propongono 3 Gran Selezioni di 3 vigne e territorio diversi, riuscendo a far emergere le differenze. Quindi considero il 2018 un’annata che fa venire fuori le capacità da ‘vigneron’.

In conclusione la 2019, considerata da molti una delle migliori annate degli ultimi decenni

“La considero la migliore annata degli ultimi 30 anni per il Chianti Classico base.” – racconta Caro Macchi, Winesurf.it – “che mette insieme delle caratteristiche come la freschezza, profondità, equilibrio, tannini, piacevolezza e bevibilità”.

“La 2019 è un’annata potente” – spiega Daniele Cernilli, DoctorWIne.it – “e quindi con più struttura rispetto alla 2018, per esempio.”

“Una annata solida precisa e vibrante nel calice” – dice Raffaele Vecchione, Winecritic.it “Ho trovato nell’annata 2019 una grande sapidità e presenza” – racconta Simone Staffler, Falstaff – “con tannino molto fitto e una importante mineralità in tutti i vini.”

“A mio parere Radda ha effettivamente una marcia in più” – dichiara Emanuele Gobbi, giornalista – “ho visto anche che molti hanno riscoperto il Sangiovese in purezza, una annata buona, fresca e fruttata.”

“La 2019 è una annata che ha un po’ più di ciccia, di polpa sulle ossa” – racconta Aldo Fiordelli, “L’Espresso” – “il Chianti è un vino asciutto, un termine che a me piace molto, l’annata 2018 rispetta molto questo carattere, la ’19 invece avendo questo frutto più generoso restituisce da subito equilibrio e grande bevibilità ai vini, molto divertenti.”

Ma il Chianti Classico guarda anche al futuro, si prepara infatti a lanciare UGA (Unità geografiche aggiuntive), vere e proprie cru di territorio; indiscrezioni ci dicono che per il momento sarà utilizzata solo nella tipologia Gran Selezione, non ci resta che attendere il prossimo consiglio straordinario calendarizzato per il prossimo 16 giugno.

foto credit: Sara Cintelli