Un’altra delle tante aziende di valore presenti al Vinitaly 2022 che abbiamo avuto la fortuna di incontrare è senza dubbio Il Palagione, realtà che si trova a San Gimignano in provincia di Siena. Azienda a conduzione familiare con una produzione rigorosamente biologica sia di Vernaccia di San Gimignano che di Chianti Colli Senesi. Giorgio Comotti, fondatore e proprietario insieme alla moglie, ci ha raccontato le sue produzioni vitivinicole che hanno soprattutto nei nomi forti legami con il suo passato.
“Arrivo in Toscana nel 1996 per realizzare un sogno. Dopo una lunga ricerca in quell’anno trovo un’azienda vergine, visto che la mia idea era iniziare da zero, per 17 anni faccio avanti e indietro da Milano, fino a quando nel 2014 avviene la svolta definitiva, è il momento infatti in cui tutta la mia famiglia si sposta proprio a San Gimignano. Il mio percorso segue un po’ la rotta delle stelle come si può evincere dai nomi dei miei vini che hanno tutti nomi legati alle costellazioni. Questo perché da giovane era un grande appassionato di stelle e astronomia e quindi ho voluto dare un legame alla mia adolescenza.” – racconta Giorgio
Il primo vino che abbiamo potuto degustare è stato Hydra una delle prime Vernacce di San Gimignano con il tappo a vite – “Prodotto che senza dubbio porta in sé tutti i sentori del territorio come la mela verde e la freschezza, una Vernaccia d’annata che, al contrario di quella tipica, immediatamente bevibile e godereccia. Risultato possibile grazie alla lavorazione agronomica tesa a privilegiare l’acidità e non l’alcolicità piuttosto che ad un imbottigliamento precoce che mi ha permesso di mantenere tutti i profumi.”
Lyra invece è una vernaccia Selezione – “Nel 2014 quando ci siamo trasferiti abbiamo acquistato sei ettari di vigneto nella parte opposta a dove si trova il Palagione, questo per noi è stato interessante perché volevo avere un territorio diverso dove coltivare la Vernaccia. Il Palagione ha un’altezza dei vigneti che si può collocare dai 280-300 metri, mentre la vigna Montagnana ha un’altezza dei vigneti a 120-150 metri ed il suolo è piuttosto sabbioso rispetto all’altro più argilloso. Il clima qui è abbastanza asciutto rispetto al fresco del Palagione.”
Ori invece è la Riserva della Vernaccia che Comotti definisce una Signora – “La definisco cosi perché questo vino per me è come una bella signora che devi invitare a cena diverse volte senza mai riuscire a conquistarla, quindi ogni anno è una sfida. Ori è una bella signora con cui passare una cena basata sul desiderio di bere il vino. Le bottiglie che abbiamo in cantina anche di quindici anni fa di Ori, rimangono praticamente inalterate tendono forse più a virare su delle note idrocarburiche ma mantengono sempre quella freschezza tipica della Vernaccia.”
Il Rosato del Palagione è Sunrose’ – “Il nostro Rosato di sole, per me è un vino di primavera che chiama alla voglia di crudità di pesce o di fritti, è un vino che è un inno alla freschezza e alla voglia di ritrovarsi in compagnia. Viene da una vendemmia precoce ed è un Sangiovese 100%, il colore stesso tra l’altro lo indica come un rosato di pressione e non di estrazione.”
Passando ai rossi il primo assaggio è del Caelum – “Il nostro Chianti d’annata con il quale noi preferiamo sempre uscire un anno in ritardo perché i tannini del Sangiovese devono essere arrotondati grazie a un affinamento in legno di 12 mesi, poi fa tre mesi di bottiglia. Un Chianti Colli Senesi che è molto corposo ed ha una struttura estremamente importante pur mantenendo una grande bevibilità”.
Rimanendo sul Chianti Colli Senesi siamo passati alla riserva Draco – “Se nel primo Chianti volevamo dare l’idea di vino da salumi tipici o da tagliatelle al cinghiale, invece nel Draco vogliamo trovare quelle noti speziate e aumentare l’eleganza. Le botti sono da 3000 litri perché riteniamo che la botte grande rispetti di più il frutto del Sangiovese. La barrique, che usavamo, tendeva a coprire un po’ quella freschezza e quella frutta rossa che era tipica del Sangiovese.”
Proseguendo abbiamo assaporato Antajr un sangiovese per il 70%, Merlot per il 15% e infine un 15% di Cabernet sauvignon – “Questo vino del 2017 nasce dalla volontà di presentare un Sangiovese in maniera più semplice e rotonda senza perdere radici del territorio. Ha svolto un affinamento in legno per circa 24 mesi, per merlot e cabernet in barrique, botte grande per il Sangiovese. Annata 2017 difficile per il Chianti ma questo vino non ha sofferto con queste difficoltà e ne siamo pienamente soddisfatti.”
Il Palagione non è solo vini ma anche accoglienza, l’azienda dispone di un piccolo agriturismo e di sei camere, dove Giorgio e la sua famiglia organizzano degustazioni dei loro prodotti e possibilità di visitare le loro cantine e i loro vigneti.
riferimenti:
Il Palagione
info@ilpalagione.com | +39 0577 953134