La Bastia 2018: un Amarone che celebra il territorio

Un Amarone che supera la sfida della vendemmia 2018, regalando eleganza e autenticità in ogni calice

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La vendemmia 2018 in Valpolicella è stata una sfida per molti, e il risultato che ho trovato nel calice di Amarone La Bastia 2018 conferma quanto talento e passione possano superare anche le annate più complesse. La famiglia Tinazzi, profondamente legata al proprio territorio, ha dimostrato ancora una volta come tradizione e capacità imprenditoriali possano coesistere armoniosamente.

Il risultato? Un calice di rubino profondo con delicate sfumature porpora. Al naso emergono intensi profumi di frutta scura, mirtilli neri e prugne mature, accompagnati da sentori di sottobosco, liquirizia e una sottile freschezza mentolata. L’evoluzione aromatica rivela un accenno di cioccolato bianco che sorprende. Al palato, l’Amarone è saporito, succoso e strutturato, con una freschezza tenue ma equilibrata. La scia balsamica finale regala dolcezza e un richiamo raffinato al rabarbaro.

Ho avuto il piacere di scoprire un connubio interessante tra questo Amarone e la cucina toscana, sperimentando la ricetta delle “Braciole Falsite” tratta da “Uscio e Bottega: 100 ricette a km 0” di Andrea Gamannossi. I sapori intensi e genuini del piatto si sposano alla perfezione con le note complesse del vino, rendendo l’abbinamento un’esperienza intensa.

Tuttavia, un aspetto migliorabile riguarda la bottiglia, che appare piuttosto pesante. Pur evocando un senso di prestigio, un design più leggero e sostenibile potrebbe rappresentare un passo verso un’attenzione maggiore all’impatto ambientale.

La Bastia 2018 rimane comunque più di un vino: è una celebrazione della Valpolicella e dell’arte di saper trasformare le difficoltà in eccellenza.