A nord est della città di Firenze, racchiuso tra le pendici dell’appenino Tosco Romagnolo e quelle del monte Giovi, è collocato il territorio del Chianti Rufina, che tra le sette specificazioni è il più piccolo per estensione e uno tra i più importanti per la tradizione vitivinicola Toscana. Nel cuore di questa denominazione si trova Villa Bossi, una delle cantine più antiche d’Italia di proprietà dei Marchesi Gondi, nobile e storica famiglia fiorentina che da oltre quattro secoli è dedita alla viticultura e produce i famosi vini di questa zona. Recentemente ho potuto visitare le loro cantine e la tenuta con la guida di Gerardo Gondi che mi ha accompagnato nel percorso di degustazione di alcuni loro vini unendo aneddoti e racconti sulla storia della sua importante famiglia.
Il ramo genealogico dei Gondi ha una storia millenaria e le origini sono databili in epoca longobarda. Sotto Carlo Magno si distinsero nell’arte della guerra e successivamente, nel basso medioevo, durante la Repubblica Fiorentina, svolsero ruoli sociopolitici di grande rilevanza. In quel periodo I Gondi si dedicarono alle fiorenti attività del commercio dei tessuti, all’arte dei battiloro, furono anche auroserici e banchieri e godettero dell’amicizia delle più importanti famiglie fiorentine dell’epoca. Strinsero infatti legami di parentela con i Medici e la Corte di Versailles e da loro ricevettero in affido i più alti incarichi di governo, militari ed ecclesiastici che ricoprirono per oltre due secoli. Di pari passo i Gondi mantennero anche un legame e una passione per l’agricoltura e verso la fine del ‘500 acquistarono la Tenuta di Bossi, una maestosa villa in stile rinascimentale situata sulle colline della Rufina, circondata da oltre 300 ettari di terreno che destinarono fin da subito alla produzione di olio e vino.
Gli attuali ereditieri della proprietà sono il Marchese Bernardo Gondi e la sorella Donatella che, con l’aiuto dei figli Gerardo e Lapo, gestiscono la secolare e prestigiosa attività di famiglia nel rispetto della tradizione che nei secoli ha reso unico e riconoscibile il vino del Chianti Rufina.
L’azienda, oggi come allora, conta 320 ettari di cui attualmente 20 vitati e 30 a olivete, il resto è sfruttato per la piantagione dei cereali e boschi. Gli impianti giacciono su terreni argillosi con sedimenti calcarei ad una altitudine di circa 300 metri s.l.m. con esposizione a Sud. Recentemente è stata terminata la piantumazione di 5 ettari di vigneti che nei prossimi tre anni andranno a sostituirsi con i cinque più vecchi. I vitigni utilizzati per la produzione dei vini rossi sono il Sangiovese ed il Colorino con un clone di oltre cento anni, mentre il Cabernet Sauvignon ed il Merlot, anch’essi destinati alla produzione dei vini rossi, furono impiantati per volontà del padre Bernardo intorno agli anni ’80. Per quanto riguarda la produzione dei vini bianchi vengono allevati Chardonnay e Sauvignon Blanc e il tradizionale Trebbiano Toscano destinato quasi esclusivamente per la produzione del Vin Santo.
L’azienda vinicola di Bossi oggi conta una produzione media di circa 50mila bottiglie suddivise nelle varie tipologie Chianti Rufina, IGT e Vin Santo che troviamo principalmente sul mercato italiano sebbene, ultimamente, sia stata registrata una crescente attenzione e richiesta da parte di quello estero.
Gerardo mi racconta anche del progetto “Fimmae”, un vino che nasce nel 2015, fortemente legato al territorio del Chianti Rufina e al suo vitigno più rappresentativo, il Sangiovese, che nella tenuta viene coltivato in unico Cru e vinificato in purezza con successiva fermentazione e maturazione esclusivamente in barrique. Per tutti gli altri rossi prodotti dall’Azienda, dopo la fermentazione è prevista una sosta in botte grande dove svolgono la malolattica e terminano la maturazione in barrique di rovere francese di secondo o terzo passaggio, e infine un affinamento minimo di due anni in bottiglia.
Dopo la visita alle cantine e alla vinsantaia ho potuto degustazione una selezione dei vini rappresentativi e storici che qui vengono prodotti : il “Villa Bossi”, il “Ser Amerigo” ed il “Mazzaferrata”.
VILLA BOSSI – Chianti Rufina Riserva 2013
Questa Riserva è prodotta con 80% di Sangiovese, a saldo, Colorino e Cabernet Sauvignon in parti uguali. La fermentazione avviene in tini di acciaio ad una temperatura controllata di 20° C, segue la fermentazione malolattica in botti grande di rovere di Slavonia dove qui riposa per 12 mesi seguiti da ulteriori 12 in barriques e 24 mesi in bottiglia.
Veste il bicchiere di un rosso rubino intenso, al naso è ampio e intenso, di grande eleganza ed espressività aromatica. All’attacco i sentori floreali e fruttati mantengono una buona freschezza nonostante l’età e lasciandolo aprire per qualche minuto si percepiscono la prugna e la ciliegia, a seguire ribes e note balsamiche con una delicata tostatura finale. Il sorso è pieno e armonico con tannini ben presenti ma vellutati che si distribuiscono bene al palato e accompagnano degnamente un finale lungo e persistente. Un vino dal grande potenziale di invecchiamento, ben equilibrato e tecnicamente ineccepibile. Quello che sicuramente colpisce maggiormente sono la piacevole freschezza e mineralità, carta d’identità dei vini del Chianti Rufina.
SER AMERIGO – IGT 2012
Il Ser Amerigo è un blend composto da 40% Merlot, 40% Sangiovese e 20% Colorino, dopo la spremitura segue la fermentazione in tini di acciaio a temperatura controllata, e successivamente si svolge la malolattica e l’affinamento in botti di rovere per 24 mesi più ulteriori 24 mesi di riposo in bottiglia prima della messa in commercio. Dall’annata 2015 la composizione è variata e vengono utilizzati esclusivamente Merlot e Colorino in parti uguali, mentre la fermentazione e gli affinamenti restano invariati.
Si presenta di un colore rosso rubino molto intenso, al naso è di buona finezza con sentori dominanti di piccoli frutti rossi maturi, amarena e confettura accompagnati da note terziare balsamiche di eucalipto e liquirizia. In bocca è rotondo, dotato di buon corpo con una trama tannica fitta e setosa. Sebbene il finale non risulti particolarmente persistente la retro-olfattiva richiama in maniera schietta quanto percepito inizialmente al naso. Un vino piacevole e dinamico, decisamente in stile SuperTuscan ma con un carattere non troppo opulento.
MAZZAFERRATA – IGT 2013
La struttura e la potenza del Mazzaferrata rievocano con il nome le origini guerriere della famiglia Gondi. Il vino è prodotto in circa 7.000 bottiglie ed è basato sul vitigno Cabernet Sauvignon che viene vinificato in purezza con affinamento prima in botti di rovere e successivo passaggio in barriques per quasi 2 anni.
Le tonalità del colore rosso sono profonde e impenetrabili , al naso giunge con grande intensità su splendidi richiami fruttati di amarena e mirtilli e una inconfondibile nota erbacea caratteristica di un Cabernet Sauvignon ancora piuttosto giovane. Seguono spaziatura, tostatura, caffè e cioccolato. Il profilo olfattivo è di grande complessità e invita immediatamente al sorso che si rivela fin da subito appagante ed equilibrato. L’annata che abbiamo degustato era pronta alla beva nonostante quelle note erbacee piuttosto marcate e tannini ancora vibranti e tesi ; Un vino dal grande potenziale con margini di evoluzione che se lasciato riposare in cantina ancora per qualche anno saprà regalare sicuramente grandi emozioni.