Monte Zovo, l’azienda vitivinicola della famiglia Cottini nota per essere una delle più ecosostenibili d’Italia, amplia la gamma di iniziative CSR (Corporate Social Responsibility) accrescendo il proprio impegno in tema di sostenibilità sociale.
Dal 4 al 6 aprile Monte Zovo ha ospitato nella sede di Caprino Veronese alcuni studenti e studentesse di ITS Veneto e Manduria per l’hackathon Z for Monte Zovo. L’iniziativa, ideata da WineHo Wine Hospitality con TEGing Italia, mira a formare wine hospitality manager consapevoli, rafforzando gli insegnamenti teorici con l’esperienza sul campo. I partecipanti avranno l’opportunità di immergersi in una realtà strutturata come quella di Monte Zovo e di offrire le proprie conoscenze e creatività arricchendo così i progetti di enoturismo già in atto attraverso il punto di vista della Generazione Z.
“Abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa – dichiara Mattia Cottini, responsabile marketing dell’azienda – perché riteniamo essenziale credere e investire nelle nuove generazioni, un pubblico per noi sempre più importante. Dare loro voce e coinvolgerle in esperienze concrete è il modo più lungimirante ed efficace per avvicinarle al mondo del vino e formare i professionisti di domani”. Al termine dell’hackathon studenti e studentesse elaboreranno un progetto di comunicazione coerente con l’identità aziendale e attrattivo per potenziali giovani appassionati. L’edizione 2022 rappresenta un evento pilota che sarà riproposto in modo più strutturato a partire dal 2023.
Il secondo fronte sul quale Monte Zovo ha scelto di impegnarsi riguarda la collaborazione con la Casa circondariale di Montorio. Al suo interno, infatti, è presente uno dei laboratori di falegnameria e design gestiti dalla cooperativa sociale Reverse che, tra i vari obiettivi, si occupa del reinserimento sociale dei detenuti.
In occasione di Vinitaly, Monte Zovo utilizzerà nel proprio stand alcuni Guéridon realizzati nel laboratorio di Montorio a partire dal recupero delle confezioni in legno dell’azienda agricola. “Un progetto concreto, di design sostenibile e responsabile – continua Mattia Cottini – che ha la forma di un elegante tavolino di servizio ma che in realtà rappresenta molto di più: un percorso di rinascita e un esempio di inclusività”. È dimostrato, infatti, che dopo un’esperienza lavorativa all’interno del carcere, il tasso di recidiva crolla. Ai detenuti viene offerta una seconda possibilità, in un percorso di responsabilizzazione e formazione che li aiuti a immaginare e costruire un futuro al di fuori delle mura del carcere.
Il progetto Guéridon è il primo passo per una collaborazione che l’azienda intende impostare sul lungo periodo. L’attenzione al sociale, per Monte Zovo, va di pari passo con quella ambientale, nella quale l’azienda di Caprino Veronese è da sempre impegnata con coerenza e convinzione, nella prospettiva di porsi in modo etico nei confronti della comunità e del territorio.