Il 21 dicembre scorso segna la conclusione di un capitolo cruciale per la D.O. Valdarno di Sopra. Il Comitato Nazionale Vini ha approvato le modifiche al disciplinare, frutto di un processo quinquennale. Originaria del 1716, la denominazione ha visto l’approvazione nel 2011. Nel decennio successivo, i produttori, con visione unanime, hanno percepito la necessità di modifiche, culminate nel nuovo disciplinare in attesa di approvazione ministeriale.
Tra le modifiche, spicca l’espansione della zona di produzione alla parte fiorentina del Valdarno di Sopra, con la contemporanea abolizione delle sottozone, ristabilendo l’unitarietà territoriale come indicato da Cosimo III. La scelta di mantenere la denominazione territoriale e monovitigno è stata rafforzata, integrando diverse tipologie autoctone, valorizzando così il legame con il territorio, la storia e le tradizioni.
Le basi ampelografiche del Valdarno di Sopra rosso e bianco sono state definite in modo più preciso, ampliando le opportunità per i produttori. Un’importante evoluzione è il processo di caratterizzazione e crescita dei vini con menzione “vigna”, equiparati ai valori analitici dei vini riserva. Questa scelta riflette la convinzione che il futuro della denominazione dovrebbe puntare sulla qualità dei vigneti migliori, con particolare attenzione a composizione del terreno, posizione, base ampelografica e modalità di allevamento.
Questo rappresenta solo un primo passo verso la caratterizzazione dei vini “vigna”, con ulteriori modifiche già presentate a Regione e Ministero. Tra queste, l’obbligo per i vini con menzione “vigna” di utilizzare uve biologiche, mirando a un ulteriore innalzamento della qualità generale dei vini. Un impegno sostenuto dalla convinzione dei produttori del Valdarno di Sopra: i vini migliori nascono solo dai terreni migliori, con le vigne migliori.