Il Consorzio Vini Colli Bolognesi comprende circa 90 piccoli e medi artigiani del vino. All’ultima edizione di Vinitaly, uno stand condiviso con il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna, costituito da 25 soci, ha creato grande coesione, puntando sulla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti unici.
Abbiamo partecipato ad una masterclass per approfondire la conoscenza di etichette capaci di raccontare l’unicità di un’area che si estende sulle colline che abbracciano da sud a ovest Bologna (zona di produzione dei vini Colli Bolognesi Pignoletto Docg e Colli Bolognesi Doc) e l’areale più ampio del Pignoletto Doc che, oltre al capoluogo emiliano, tocca anche le province di Modena e Ravenna.
“La Doc Pignoletto è la prima dell’Emilia-Romagna in termini di volumi e, viste le sue potenzialità, crediamo che ci siano spazi per poter ampliare ulteriormente la sua presenza in Italia e all’estero – commenta Carlo Piccinini, presidente Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna – Con la masterclass organizzata quest’anno a Vinitaly abbiamo cercato di offrire una panoramica della tipologia più diffusa di Pignoletto, quella frizzante, attraverso l’assaggio di 8 diverse interpretazioni”.
“Come ogni anno – ha dichiarato a Vinitaly Giacomo Savorini, direttore Consorzio Vini Colli Bolognesi – questa manifestazione rappresenta un’importante occasione per raccontare le specificità dei nostri vini a operatori e wine lover da tutta Italia e dall’estero.
La Doc Pignoletto è stata istituita nel 2014 e prende il nome dall’omonima località “Pignoletto” nel comune di Monteveglio (oggi Valsamoggia). I volumi, tra DOC e DOCG, si aggira intorno a 16-17 milioni di bottiglie ed è l’unica denominazione che mette insieme Emilia e Romagna senza il comune “trattino” che separa, solitamente, le due sub regioni. La produzione arriva fino all’area del ravennate.
Immediatezza e spontaneità espressiva: sono questi i tratti distintivi del Pignoletto. Predilige le colline, ma dà buoni risultati anche in pianura, su terreni argillosi, calcarei, freschi. Il grappolo presenta acini serrati, dalla buccia pruinosa e sottile ed è spesso chiamato con sinonimi e affini associati ad altre uve, come ad esempio grechetto gentile, puncinculo, greco bianco di Rogliano, pallagrello, rèbola, ecc.
La masterclass, condotta da Pierluigi Gorgoni (giornalista, enologo, curatore di svariate guide, ecc.) ha avuto come protagoniste 8 differenti interpretazioni di Pignoletto:
“Ramandiola” Pignoletto DOC Frizzante Colli di Imola – Terre Cevico ⭐⭐
Un carattere vinoso, espressivo di fiori bianchi freschi e frutti estivi succosi, come il melone bianco. Un sorso cremoso e scorrevole regala un’ottima pulizia di bocca e una buona persistenza sul finale, agrumato. Un lieve residuo zuccherino – appena percettibile e non invadente – evidenzia una gradevole nota di litchi e confetto.
“Righi Bio” Pignoletto DOC Frizzante – Cantine Riunite e CIV ⭐⭐
Racconta di frutti gialli croccanti, scorza d’agrumi ed erbette aromatiche. La cremosità del sorso e dalla delicata effervescenza, è accompagnata da tocchi sapidi e freschi che ne snelliscono la beva, evidenziando nuovamente note agrumate.
“Vigneti della Croara” Pignoletto DOCG Frizzante Colli Bolognesi – Tenuta Santa Cecilia ⭐
Ampio il ventaglio olfattivo di frutti maturi e bouquet floreale fresco, uniti a note di pietra bagnata e salmastro. L’agrume come comune denominatore di questi vini, vira qui su accenni di lime, in una generale struttura di bocca meno intensa dei precedenti campioni.
“Venti” Pignoletto DOCG Frizzante Colli Bolognesi 2020 – Lodi Corazza ⭐⭐⭐
Già dal colore nel calice – giallo dorato lieve – ci si aspetta qualcosa di diverso dai precedenti assaggi. Circa 3mila bottiglie prodotte con metodo Martinotti lungo, con batonage sur lie in fermentazione, è profondo, intenso nella nota minerale iniziale, arricchita da accenni floreali e tocchi di mela verde croccante. Pulizia e precisione nel sorso asciutto e verticale, ne completano l’architettura gustativa, in un mix di succo e sapore di grande lunghezza.
“Perditempo” Pignoletto DOC Frizzante – Terre Rosse Vallania ⭐⭐
Tenue alla vista, più convincente al naso nella sua limpidezza e definizione di aromi: zest di lime, nota sottile di cipria, biancospino fresco. Cremosità e succosità nella beva divertono il sorso dritto grazie anche al bassissimo dosaggio zuccherino (0,4 gr/L). Chiusura sapida molto gradevole.
“Sur Lie” Pignoletto DOCG Metodo Familiare Colli Bolognesi – Tenuta Santa Croce ⭐⭐
La complessità contraddistingue il campione, chiaramente influenzato dalla versione con rifermentazione naturale in bottiglia: sentori di panificazione, burro di cacao, zenzero candito e accenni ammandorlati. Estremamente particolare.
“Ancestrale” Pignoletto DOC – Francesco Bellei Tenuta Forcirola ⭐
Si spinge su estreme caratteristiche della tipologia rifermentati: torbido all’esame visivo, ricorda la birra nella sua spiccata trama di lievito e accenno quasi liquoroso. Mela cotogna e albicocca disidratata si ritrovano anche nel sorso sapido e fresco. Esempio classico della tipologia rifermentati “spinti”.
“Il Rivoletto” Pignoletto DOCG Frizzante Colli Bolognesi – Tenuta la Riva ⭐⭐⭐
Bello il giallo dorato che avvolge il calice. Apre in una intensa trama agrumata, zenzero candito e cera d’api, miele di acacia e accenno di nota ossidativa che ne preannuncia la complessità gustativa. La freschezza apre le porte del sorso rotondo e largo, saporito con un accennato spunto amaricante che rende la beva intrigante senza sbilanciarne l’equilibrio. Gustoso.