Una rinnovata immagine per i vini che diventano protagonisti indiscussi di un’esperienza di gusto e di design, dove la maestria del fare vino si fonde con l’eccellenza culinaria che da sempre caratterizza la Tenuta di Poggio Casciano e il Ristorante Le Tre Rane, da poco oggetto di un prezioso ed elegante restauro.
Un nuovo ambiente intimamente connesso al cosmo vitivinicolo che lo circonda, con cantina a vista, pavimenti di design con la connessione tra Arno e Sieve nel parquet per mantenere costante in ogni angolo l’identità toscana che caratterizza la tenuta chiantigiana.
La nuova brigata ha studiato un menù stagionale contemporaneo in abbinamento ai vini della tenuta. Ad aprire il menù degustazione è Acqua di Venus, un bianco di grande eleganza la cui bottiglia è ispirata alla Venere di Botticelli conservata agli Uffizi. Vermentino e Sangiovese provengono dalla Maremma, mentre lo Chardonnay dai vitigni di Monteriggioni e più precisamente dalla Tenuta La Solatìa.
Sottoposto ad un breve affinamento di sei mesi in acciaio per consentire una maturazione con se stesso e un’evoluzione dei suoi sentori primari, sprigiona aromi di frutta a polpa bianca e tropicale con note agrumate accompagnate da un’intensa mineralità. Può essere accompagnato al Petto d’anatra affumicato con composta di mandarino e all’Uovo croccante con crema di pecorino e tartufo.
Il raviolo di pasta fresca con ripieno di faraona su vellutata di funghi porcini, funghi porcini trifolati, porcino fritto con scaglie di tartufo e gli gnocchetti profumati all’arancia con ragù di daino tagliato al coltello, salsa di frutti rossi e zest di limone sono stati abbinati alla Riserva ducale Oro, il principe del Chianti classico.
Un Chianti classico gran selezione scelto dal Duca D’Aosta nel 1927 come sua personale riserva e messo in commercio dopo la Guerra nel 1947. Massima espressione del Sangiovese (80%) Ruffino delle Tenute Santedame nel cuore di Castellina in Chianti grazie a 36 mesi di affinamento, di cui 12 in tini di cemento, 12 in barrique di secondo passaggio e 12 in botti grandi di rovere di Slavonia.
Se lo stile di Ruffino potesse essere espresso da un’unica bottiglia, la scelta sarebbe sicuramente Modus primo, il primo Supertuscan dell’azienda, nato nel 1977 ed espressione moderna dell’arte dell’azienda di produrre blend toscani. Realizzato con Merlot, Sangiovese e Cabernet Sauvignon, viene sottoposto a 18 mesi di affinamento in barrique di rovere francese. Non è un caso che venga proposto in abbinamento al piatto più complesso presente nel menù: Capriolo padellato con burro alle erbe, bresaola di capriolo e cosci di capriolo cotta a bassa temperatura, impanata e fritta servita con sedano rapa piastrato e in crema e gel al melograno con fondo di cottura.
Non ci soffermiamo mai abbastanza sull’ultima portata della cena e del suo vino in abbinamento. La sfera di fondente all’olio d’oliva ripiena di frutti di bosco con salsa di cachi è in perfetto connubio con il Vin Santo del Chianti DOC, che nei suoi aromi racchiude un’antologia di storia del territorio. Un vino da dessert prezioso, elegante e complesso prodotto con 70% di Trebbiano e Malvasia; una raccolta tardiva per poi lasciar maturare al sole le uve per conferire sapori e sentori di confettura prima dell’affinamento in caratello.
Un nuovo rinascimento di una tenuta in cui la grande esperienza della vinificazione viene celebrata dall’abbinamento a piatti reinterpretati con grande spirito innovativo.