Polluce: l'eterna luce e il vino di Chiara Vinciarelli

Un Syrah della Toscana che celebra l’eleganza e il mito, racchiudendo l’essenza della Val d’Orcia in ogni bottiglia.

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Polluce e Castore, fratelli inseparabili, erano figli di Leda. Castore, mortale, cadde in battaglia. Polluce, figlio immortale di Zeus, supplicò il padre di ridare vita al fratello. Zeus, commosso dal loro legame, concesse ai due di dividere l’immortalità: metà del tempo sull’Olimpo e metà nell’Ade. Per onorarli, li trasformò nella costellazione dei Gemelli, simbolo di eterno amore fraterno.

Polluce è anche il nome di uno dei vini di Chiara Vinciarelli, giovane produttrice che ha iniziato la sua avventura nel 2013, ispirata dalla passione per la terra e i suoi frutti trasmessa dal padre Francesco. La sua azienda e agriturismo si trovano tra Montepulciano e Cortona, nella splendida Val d’Orcia, Toscana. Dal 2018 produce circa 6000 bottiglie di Sangiovese, Chardonnay e due tipi di Syrah.

Ho conosciuto Chiara a Chianina e Syrah nel marzo 2024. La sua umanità e sensibilità sono immediatamente evidenti, e i suoi vini riflettono pienamente il suo carattere. Chiara vuole rimanere una piccola produttrice, puntando sulla qualità e lavorando con amore e pazienza. Una testimonianza di questo approccio è il Syrah “Polluce”.

Le uve, raccolte a mano a metà settembre, fermentano in vasche d’acciaio a temperatura controllata e invecchiano in botti di rovere francese per almeno 18 mesi. Il Polluce 2021 ha un colore rubino intenso con riflessi porpora. Al naso emergono note di rosa rossa, peonie, amarene e arancia sanguinella. La speziatura elegante include pepe nero Sarawak e accenni mentolati e di legni nobili. In bocca, il vino è vibrante e dinamico, con un’acidità scattante che mantiene pulizia e tensione.

È un vino identitario che esprime al meglio il territorio. Consiglio di aprire la bottiglia almeno un’ora prima del servizio; è un vino che merita di essere aspettato e, una volta aperto, è un incanto.