Il Progetto Germoplasma si pone come un faro per la viticoltura siciliana, intrecciando tradizione millenaria e innovazione per garantire un futuro sostenibile alla filiera. Promosso dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia in collaborazione con il Dipartimento regionale dell’Agricoltura, l’Università di Palermo e il Centro “F. Paulsen”, il progetto mira a produrre materiale clonale certificato. Questo passo è cruciale per creare vigneti sani e connessi al territorio, accessibili a tutte le imprese vitivinicole dell’isola.
“Con il Progetto Germoplasma – spiega Filippo Paladino, vicepresidente del Consorzio – vogliamo proteggere e valorizzare la biodiversità ampelografica siciliana, con viti autoctone sane e certificate. Unendo tradizione e qualità, rispondiamo a uno scenario in costante evoluzione.”
Un traguardo del 2024 è l’espansione del campo di Biesina, a Marsala (Trapani), dove sono raccolti biotipi da tutta la Sicilia, comprese aree marginali che custodiscono varietà autoctone di grande interesse agronomico ed enologico. Cresce anche l’utilizzo di barbatelle certificate, segno di una maggiore consapevolezza sull’importanza della qualità fitosanitaria nei nuovi impianti viticoli.
“I vitigni autoctoni – dichiara Rosario Di Lorenzo, docente dell’Università di Palermo – offrono opportunità uniche per il settore vinicolo siciliano. Con la crisi climatica, la biodiversità si rivela essenziale per affrontare nuove sfide e migliorare la resilienza delle coltivazioni.”
Il progetto non si limita alla tutela delle varietà autoctone, ma promuove anche la ricerca e il trasferimento di conoscenze verso il settore operativo. Questa sinergia tra istituzioni, vivaisti, produttori e ricercatori rappresenta una base solida per il futuro della viticoltura siciliana, puntando su qualità, sostenibilità e un mercato in continua evoluzione.