L’enoturismo, a causa della pandemia, è chiamato a innovarsi e arricchirsi per soddisfare le nuove esigenze dei turisti. Secondo Roberta Garibaldi, consigliera del Ministro del Turismo per il turismo enogastronomico, può e deve diventare un viaggio capace sempre più di abbinare alla passione per il vino, la volontà di conoscere luoghi e persone, approfondendone storia e tradizioni, e la ricerca di un benessere olistico, in contesti ambientali di pregio.
CRESCE DEL 17% LA PROPENSIONE A RECARSI IN PIÙ CANTINE DA PARTE DEI TURISTI CHE VIAGGIANO PER ENOTURISMO.
Emerge, inoltre, che fra chi ha svolto esperienze enoturistiche nei viaggi compiuti negli ultimi tre anni, il 64% ha visitato una o due cantine, il 26% dalle tre alle cinque, il 10% dalle sei in su. Rispetto al 2019, cresce del 17% la propensione a recarsi in più aziende.
IL VIAGGIO ENOTURISTICO SI ARRICCHISCE DI NUOVE SFACCETTAURE: CULTURA E BENESSERE
La scoperta e la degustazione delle produzioni vinicole locali, sebbene sia centrale nell’enoturismo, non è più l’unica ragione del viaggio. Il valore culturale che il vino possiede, rappresentato da un mix unico tra prodotto, terroir e persone, affascina ed attrae sempre più. I turisti italiani ritengono la visita alle cantine un’opportunità di arricchimento culturale (63%, +6% rispetto al 2019), di entrare in contatto con l’identità, le tradizioni e la cultura (anche enologica) del luogo che stanno visitando (59%, +7%).
Ecco che la scelta non ricade solo sulle aziende più rinomate, ma si allarga andando ad includere le piccole realtà familiari – con il 57% degli italiani che vorrebbero visitarle, in incremento rispetto a due anni fa (+7%) – così come le dimore storiche. Queste aziende di produzione che si caratterizzano per il connubio tra storia, arte e vino sono sempre più desiderate: chi vorrebbe recarvisi passa dal 60% del 2019 al 67% del 2021.
Alla dimensione culturale si aggiunge quella del benessere, grazie all’amenità dei luoghi e la dimensione salutare che il vino (ed il cibo) stanno assumendo sempre più. Sono il 58% i turisti italiani a cui piacerebbe trovare in cantine opportunità – quali corsi, workshop, … – per rigenerarsi, riprogrammare le proprie abitudini e adottare uno stile di vita più sano; i 51% vorrebbe poter fruire di attività di benessere (massaggi, idromassaggi e SPA) nei vigneti.
Questa ricerca del benessere assume anche la forma di momenti di stacco dalla vita quotidiana, dal lavoro: il 56% vorrebbe esperienze in cantina fruibili dopo l’orario lavorativo, come wine bar e piccoli eventi.
IL FUTURO? ARRICCHIRE L’OFFERTA PER RIMANERE COMPETIVI
L’elevata propensione e interesse verso il viaggio enoturistico e la visita alle cantine porta a chiedersi quali direzioni dovrà prendere l’offerta. Una domanda chiave per il futuro del settore, anche alla luce del fatto che l’offerta in cantina è ritenuta molto simile e, spesso, non facilmente fruibile senza prenotazione. Opinione che, rispetto al 2019, riguarda un maggior numero di turisti italiani: sono oggi il 53%, mentre due anni fa erano il 47%.
L’acquisto di vini (indicato dal 73% dei turisti), la degustazione (71%) e l’assaggio di piatti ricercati in abbinamento alle produzioni dell’azienda (67%) sono oggi le proposte più gradite per il futuro; a seguire fare degustazioni al tramonto, cenare nei vigneti, avere l’opportunità di conoscere in modo più approfondito i processi di produzione e la storia della cantina.
Fra le attività che ricevono il gradimento maggiore rispetto al 2019 vi sono i wine club (+12%), le proposte dedicate ai più piccoli (+10%), attività sportive ed artistiche nei vigneti (+10%). Ciò denota un chiaro desiderio di vivere e sperimentare la cantina attraverso modalità nuove, più coinvolgenti, e che permettano un arricchimento personale.