Si scrive Chianti si legge vino. In Toscana, in Italia e nel mondo sono considerati sinonimi. Anzi, lo sono! Poco conta se nel 2023, la romantica immagine del fiasco impagliato sul tavolo accanto al pane rigorosamente sciocco e raffermo è stata sostituita da bottiglie bordolesi fasciate e adornate da etichette più o meno “stilose“, frutto di attente e scrupolose indagini di marketing, quel che conta, quel che è sempre contato e sempre conterà, è quello che c’è dentro.
Ed eccomi qua, alla Fortezza da basso a Firenze al Chianti lovers 2023, l’evento che presenta alla stampa le nuove annate 2022 e le riserve 2020, di tutte le “Terre del Chianti” nelle loro variegate sfumature, sfaccettature, inflessioni e cadenze anche dialettali, che mi piace elencare, anche che sono onorato di acclamare:
Chianti, Chianti colli Fiorentini, Chianti colline Pisane, Chianti Montespertoli, Chianti colli Aretini, Chianti colli Senesi, Chianti Montalbano, Chianti Rufina.
E il Chianti classico? Quello è un’altra cosa. Altre zone, altro disciplinare, altre tradizioni, altra storia, altro evento. Ne parlerò nel prossimo articolo.
Quest’anno si è aggiunto anche il Morellino di Scansano, paladino ed espressione della Maremma e del suo Sangiovese di “mare”, molto diverso nel calice, ma che chiude veramente il cerchio di una Toscana rurale che fa del vino il suo prodotto, ma che dico prodotto, suo figlio, eletto e prediletto.
Grazie pertanto sia al Consorzio tutela del Morellino di Scansano che al Consorzio vino Chianti per l’invito e la splendida accoglienza e organizzazione.
Il mio focus sarà sulle riserve 2020, ma siccome siete in tanti a chiedermi cosa ne penso della 2022 esporrò una mia personale considerazione a riguardo.
Siccità, non pioveva mai e sole e caldo e poi caldo e ancora sole. Anche di notte. Sì, ma poi sono arrivate da ultimo le piogge che hanno salvato un’annata, forse più in quantità che in qualità, che si pensava ormai “bruciata”. Questo era il ritornello di ogni produttore o quasi, e così è realmente accaduto però, c’è un però. Nei calici lo stress che ha subito la pianta si sente eccome. Questo nervosismo si traduce in vini non ancora equilibrati. Parti morbide, succose e polpose non ancora integrate con acidità e freschezza. Tannini graffianti e spesso verdi. Vero anche, che spesso si trattava di assaggi da botte, vini non ancora finiti che devono necessariamente affinare ancora mesi in bottiglia e al Sangiovese se concedi il tempo necessario sicuramente ti ripagherà. I miei migliori assaggi sono stati infatti nel Chianti Rufina e Chianti Montalbano, zone di “montagna” quindi tendenzialmente più fresche. Difficile comunque pensare che la 2022 potrà esprimere dei fuoriclasse ecco.
Veniamo adesso alle riserve 2020.
Il cambio di passo di sente notevolmente, vini più compiuti ed equilibrati. Anche la 2020 è stata un’annata calda ma non estrema come la 2022 e comunque veniva dopo una 2019 che è stata forse l’annata più regolare, equilibrata e potenzialmente la migliore del secolo finora, quindi le aspettative non erano delle più positive e invece…
…e invece mi ha sorpreso in eleganza, raffinatezza, piacevolezza.
Godibile fin da subito, non esprime potenza ed estrema complessità, ma tannini levigati e setosi che regalano anche una gustosa persistenza.
Non sarà un’annata da dimenticarsi in cantina, di sicuro il Sangiovese mi farà bugiardo, ma per i prossimi anni tenetevi una 2020 a portata di cavatappi e il divertimento sarà assicurato.
Ecco qui alcuni dei miei assaggi preferiti:
Chianti Colli Fiorentini DOCG Fattoria di Fiano Riserva “Ugo Bing” 2020: Come sempre una delle migliori espressioni di Sangiovese in assoluto. Eleganza, setosità e persistenza. Intensamente delicato. “Acchiantivante!”
Chianti Rufina DOCG Fattoria Selvapiana “Vigneto Blucerchiale” 2020: …e che te lo dico a fare? Potrebbe essere usato come spot promozionale per la denominazione. Un tannino teso e mai sopra le righe accompagna in un sorso lunghissimo note fresche e fruttate.
Chianti DOCG Podere Alberese Riserva 2020: Non è più Chianti Classico e non è ancora Val d’Orcia però è un Signor Sangiovese. Saranno i 450 mt delle vigne a regalargli una freschezza e una piacevolezza davvero invidiabili. Un bel tannino setoso e l’annata avranno portato in dote invece l’eleganza.
Chianti DOCG Poggio Mori Riserva “Blu di Vigna” 2020: Ogni cosa al posto giusto. Pulito, preciso e piacevole. Da bere e ri-bere.
Chianti DOCG Campo del Monte Riserva 2020: Bere il Sangiovese è come innamorarsi. Non sai perché, ma ti piace!
Chianti DOCG Badia di Morrona Riserva “I Sodi del Paretaio” 2020: Qui nelle Terre di Pisa dove il tannino è forse un po’ più ruvido, ma compensato da un frutto più pieno e croccante che rende ogni sorso appetitoso.
Chianti Rufina DOCG Fattoria di Grignano Riserva “Poggio Gualtieri” 2020: Quello che la Rufina può esprimere in eccellenza. Fine, sottile, educato. Si presenta timidamente e poi ti conquista.
Viva il Sangiovese!