Di seguito un recap dei temi trattati:
Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
- Competenze del Mipaaf in materia: ha brevemente ricordato che il Ministero ha le competenze in materia la programmazione e il finanziamento degli interventi nel settore delle infrastrutture irrigue di rilevanza nazionale ma, allo stesso tempo, la concreta esecuzione è demandata ai Consorzi di bonifica e agli Enti di irrigazione. Ha specificato che la rilevanza nazionale degli interventi è definita sulla base della capacità degli invasi: sono infatti considerati di rilevanza nazionale gli investimenti che prevedono una capacità di invaso superiore a 250 mila metri cubi mentre sono di rilevanza regionale quelli di dimensioni inferiori.
Ha inoltre ribadito che la competenza primaria è in capo ad altri Ministeri, in particolare Mims e Mite. In particolare, il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità Sostenibile esercita il ruolo di coordinamento strategico nella programmazione e finanziamento di interventi infrastrutturali relativi all’approvvigionamento idrico primario, mentre il Mite interviene prioritariamente nella pianificazione e finanziamento degli interventi di lotta al dissesto, di tutela e regolazione ambientale e di politica energetica.
- Dati dell’emergenza: ha esposto i dati relativi all’emergenza idrica che sta colpendo il Paese sottolineando che stiamo assistendo ad un processo di lento di logoramento della disponibilità idrica del nostro Paese. In particolare, ha evidenziato che – secondo i dati Ispra – il valore annuo medio di risorsa idrica disponibile per l’ultimo trentennio 1991- 2020 si è ridotto del 19% rispetto a quello relativo al trentennio 1921-1950.
Ha quindi espresso particolare preoccupazione per il futuro ricordando che la penuria idrica del bacino del Po sta interessando oltre un terzo della produzione agricola nazionale. In particolare, sono a rischio le coltivazioni di frutta, verdura, pomodoro e cereali (in particolare mais e riso), oltre agli allevamenti presenti nella pianura padana.
Ha infine ribadito che la crisi idrica è intervenuta in un contesto economico estremamente critico, con le aziende già provate dai pesanti incrementi dei costi produttivi derivanti dal conflitto in Ucraina: energia, fertilizzanti, mangimi, gasolio, sementi, prodotti fitosanitari.
- intervento del Governo: ha ricordato che nella seduta del CdM del 4 luglio scorso è stato dichiarato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022, per Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto che, prossimamente, potrebbe essere esteso anche ad altre Regioni, tra cui Lazio, Umbria, Liguria e Toscana.
Ha sottolineato che il Governo sta lavorando per inserire nel c.d. Decreto Siccità alcune misure per il rafforzamento del coordinamento degli interventi strutturali volti alla mitigazione dei danni derivanti dal fenomeno di siccità e al potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche. - Commissario straordinario: ha evidenziato una struttura commissariale piò avere senso solamente se supportata da una struttura con una sua capacità di intervento e di spesa. In questo senso, ha informato i presenti che, nell’ambito dei lavori del prossimo decreto siccità verranno rafforzate le strutture dei singoli ministeri preposte alla gestione degli interventi PNRR sul tema idrico e verrà istituito un fondo destinato a finanziare la fase di progettazione delle infrastrutture irrigue del Paese.
- Fondo di Solidarietà Nazionale: ha annunciato il rifinanziamento del fondo al fine indennizzare le aziende agricole che, all’insorgere dell’emergenza, non beneficiavano della copertura recata da polizze assicurative a fronte del rischio siccità.
- Interventi strutturali: ha sottolineato che, secondo l’ultimo rapporto Istat, le perdite del nostro sistema idrico corrispondono ancora al 36,2% (dato 2020) evidenziando che in più di un capoluogo su tre si registrano perdite totali superiori al 45%, con punte che toccano il 70%.
- Stoccaggio acqua piovana: ha evidenziato la scarsa capacità di stoccaggio dell’acqua piovana, che, in Italia, ammonta a circa l’11%. In questo, senso ha proposto le seguenti azioni per il futuro:
- aumentare la capacità di stoccaggio di acqua, ammodernando gli invasi esistenti e realizzando nuove opere a livello territoriale e aziendale;
- rinnovare e rendere efficiente la rete idrica riducendo le perdite e garantendo un monitoraggio puntuale degli usi;
- promuovere un uso razionale della risorsa idrica nel settore agricolo ed industriale, privilegiando le tecniche di agricoltura 4.0;
- sensibilizzare i cittadini a un uso responsabile dell’acqua, quale bene comune da preservare per le future generazioni.
- Strategia Nazionale su risparmio idrico: ha ricordato gli interventi svolti in questi anni dal Ministero. In particolare, ha ricordato che l’obiettivo degli interventi previsti dalla Strategia Nazionale su risparmio idrico è quello di promuovere un utilizzo efficiente dell’acqua garantendo una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l’irrigazione. In questo senso ,nel periodo 2018-2022, sono stati investiti circa 1,24 miliardi di euro per il finanziamento di 169 progetti irrigui in capo a 135 beneficiari, mediante il Programma di sviluppo rurale nazionale, il Fondo per lo sviluppo e la coesione e il Fondo per il rilancio dello sviluppo infrastrutturale del Paese.
Ha ricordato che l’attuazione della strategia di efficientamento del sistema irriguo è sostenuta anche dalle ulteriori risorse messe a disposizione dal Pnrr. In particolare, nell’ambito della Componente M2C4 “Tutela del territorio e del patrimonio idrico”, l’investimento 4.3 “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche” gode di una dotazione di 880 milioni di euro, di cui 520 milioni per progetti nuovi e 360 per progetti già avviati con risorse nazionali.
- Utilizzo acque reflue: ha suggerito di valutare il ricorso ad acque reflue al fine far fronte alla crisi. Ha inoltre specificato che, in linea con quanto proposto da ANBI (Associazione Nazionale dei consorzi di Bonifica e Irrigazione), è importante anche incentivare la creazione di opere di accumulo di media entità e a carattere interaziendale, che possono svolgere molteplici funzioni anche ambientali e ricreative sul territorio, oltre che autosostenersi dal punto di vista energetico integrando opere di produzione da fonti rinnovabili.
- Agricoltura di precisione: ha ricordato l’importanza del credito di imposta 4.0 in agricoltura che consente di intervenire con strumenti che, a loro volta, determinano un grande risparmio idrico (fino al 75% per alcune colture).
- Gestione del rischio: ha sottolineato che il Ministero sta lavorando per riorientare e rafforzare le strategie di gestione del rischio, con l’obiettivo di offrire maggiori strumenti per fronteggiare le nuove sfide derivanti dai cambiamenti climatici, tenuto conto dell’aumento dell’intensità e della frequenza dei fenomeni estremi (non solo siccità ma anche gelo, grandine, ecc), ma anche del contestuale incremento dei costi assicurativi medi ricordando che le aziende agricole, già oggi, possono stipulare polizze assicurative agevolate che, tuttavia, non vengono adeguatamente utilizzate.
Si è quindi soffermato sugli strumenti innovativi di gestione del rischio come, ad esempio, i fondi di mutualizzazione. Nello specifico ha parlato dell’attivazione di un nuovo Fondo Mutualistico Nazionale sulle emergenze catastrofali da affiancare agli strumenti assicurativi classici.
Ha infine specificato che per la gestione del rischio si parla di un pacchetto di interventi del valore complessivo di quasi 700 milioni di euro all’anno e che al fine di poter raggiungere tale provvista finanziaria, nella manovra di bilancio 2022, si intende integrare il cofinanziamento nazionale del Feasr.
Fonte:Federvini