Speciale Chianti Classico Collection 2023 [VIDEO]

Lasciato alle spalle (auspichiamo) il lungo periodo segnato dalla pandemia, la denominazione del Gallo Nero continua a crescere in notorietà e valore, proseguendo il suo percorso di affermazione sui mercati internazionali.

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Continua il trend positivo per la denominazione del Gallo Nero. Il 2022 si è chiuso infatti con un bilancio di bottiglie vendute che segna un +6% sulla media del triennio precedente. Ma preme sottolineare che è aumentato soprattutto il valore globale della denominazione, con un fatturato totale in netta crescita, che nel 2022 ha registrato un +17% rispetto all’anno precedente e addirittura +46% rispetto al 2020 (dati Osservatorio Maxidata).

Il valore della denominazione cresce su tutta la filiera, anche a partire dal prezzo delle uve e dello sfuso: la quotazione media ad ettolitro di vino Chianti Classico nel 2022 è stata più alta di circa il 10% rispetto all’anno precedente, offrendo una maggiore remuneratività anche alle aziende che non imbottigliano.

“Siamo molto soddisfatti dell’affermazione del Chianti Classico sui mercati internazionali – dichiara Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio – e, in particolare, del trend positivo degli Stati Uniti e del Canada e della tenuta di tutti gli altri mercati storici per i vini del Gallo Nero.  Da alcuni anni il Consorzio sta investendo sul potenziamento dei suoi mercati storici, anche con alcune attività innovative che ci permetteranno di avere una presenza sempre più costante e capillare nei vari paesi di riferimento”.

  • Gran Selezione da record

Nel febbraio 2014 furono 33 i primi produttori che presentarono altrettante etichette alla stampa internazionale. Oggi i produttori che hanno nel loro portafoglio prodotti il Chianti Classico Gran Selezione sono 164, e le etichette 203: una crescita costante negli ultimi anni, a testimonianza dell’ampia adesione a questo progetto da parte della base sociale.

Il 2022 è stato un anno da record per la Gran Selezione: infatti si è chiuso un segno più che positivo, con il 30% di vendite in più rispetto all’anno precedente, in un contesto di una sostanziale stabilità della denominazione. L’interesse verso questa tipologia è stato sostenuto negli anni dal lavoro del Consorzio in termini di comunicazione, scommettendo sulle potenzialità di questa tipologia come massima espressione di territorialità. Il progetto consortile della Gran Selezione andrà incontro a un’ulteriore evoluzione a breve, con l’aumento della percentuale minima di Sangiovese ammesso (da 80% a 90%), l’ammissione dei soli vitigni autoctoni come complementari e la possibilità di inserire in etichetta una delle nuove Unità Geografiche Aggiuntive.

  • Due nuovi ambasciatori ad honorem di lingua tedesca

Dopo la nomina, nel 2020, del Doktor Jens Priewe ad ambasciatore ad honorem del Chianti Classico in Germania, la trentesima edizione della Chianti Classico Collection vede nuovamente la nomination di due ambasciatori di lingua tedesca: si tratta di Christian Eder della rivista Vinum per la Svizzera e Othmar Kiem di Fastaff per l’Austria.

La scelta del mercato svizzero per Eder (che fra l’altro è nato a Salisburgo in Austria) e di quello austriaco per Kiem (altoatesino), come paesi di riferimento, è legata alla nascita e alla storia delle due riviste per cui i due giornalisti sono autori.

Ma è chiaro a tutti che la loro esperienza di giornalisti di settore e di grandi conoscitori del Chianti Classico ha una valenza molto più ampia, che oltrepassa i confini dei due paesi in questione, ed è ben nota a tutti gli operatori ed enoappassionati di lingua tedesca e non solo: Eder e Kiem sono infatti due firme di caratura internazionale nel mondo della critica enologica.

Svizzera e Austria sono due mercati storici per il Chianti Classico che insieme assorbono annualmente oltre il 4% delle vendite di Gallo Nero. Mentre il mercato svizzero è un mercato consolidato che mantiene di anno in anno un volume di vendite di Chianti Classico pressoché stabile (rappresenta oltre il 3% del totale delle vendite di Chianti Classico), l’Austria è un mercato più piccolo (oggi rappresenta circa l’1%).

  • Riflettori accesi sul Gallo Nero

Non è usuale che un Consorzio del mondo del vino si trasformi occasionalmente in produttore cinematografico. Eppure, tutti gli ingredienti per una produzione di livello erano proprio nel nostro territorio: paesaggi degni di una scenografia da Oscar, una trama affascinante e ricca di suspence, maestranze locali capaci di riassumere tutto su pellicola.

Lunedì 13 Febbraio presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si è tenuta la prima assoluta del cortometraggio “La Leggenda del Gallo Nero”, prodotto dal Consorzio Vino Chianti Classico, che narra, per la prima volta sul grande schermo, il mito che avvolge l’origine del marchio che contraddistingue tutte le bottiglie di vino Chianti Classico.

Grazie a una produzione attenta e di alto livello, a cura dell’agenzia Swolly, che ha coinvolto più di 60 maestranze prevalentemente chiantigiane, è stato realizzato un cortometraggio di circa 15 minuti, che nelle tinte scure rievoca perfettamente l’atmosfera medioevale in cui è ambientata la leggenda.

Il racconto infatti si snoda nel corso di una notte, in un non meglio precisato anno di epoca medioevale, in cui si decisero le sorti dei Comuni di Firenze e di Siena, piagati da una guerra sanguinosa per la supremazia sulle ricche terre del Chianti Classico, crocevia fondamentale tra le due città. Le cronache dell’epoca attestano ampiamente gli scontri, numerosi e continui, durante il Medioevo tra i due Comuni, floridi e potenti, ma si tramanda anche una leggenda, vero e proprio mito fondativo della cultura chiantigiana. Anziché perseverare nella guerra, le due città si accordarono per fissare il confine dove si sarebbero incontrati due cavalieri, che dovevano muoversi dalle rispettive città al canto del gallo. I Fiorentini, con un astuto espediente, tennero a digiuno l’animale designato a cantare all’alba, un gallo nero, e fecero sì che il gallo levasse il suo caratteristico verso nel cuore della notte, dando il via al cavaliere fiorentino con largo anticipo. Fu così che da vero deus ex machina un gallo nero riportò la pace e l’unione in quelle terre martoriate.