Dopo i Tre Bicchieri 2020 al Lamole Chianti Classico 2017 dell’azienda I Fabbri, arriva anche il premio Tre Bicchieri 2021 per il Lamole Chianti Classico 2018, in entrambi i casi un 100% Sangiovese, ma il premio 2021 giunge a ribadire un concetto chiave: storia, tradizione ed esperienza non mancano di portare ottimi frutti. Non è un riconoscimento da poco quello dei Tre Bicchieri, assegnato dalla Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso a quei vini che in sede di degustazione abbiano totalizzato un punteggio minimo di 91 su 100. Non è un caso dunque se, quando mi risponde, alla fine di una giornata intensa, Susanna Grassi, proprietaria dell’azienda I Fabbri, dichiara con entusiasmo:
“Sono molto contenta perché si tratta di un riconoscimento al nostro lavoro che permette di accendere un piccolo ‘faro’ sui Fabbri e ci dà la conferma che siamo sulla strada giusta, ossia quella che ci siamo sempre proposti: fare vini che ci piacciano, nei quali crediamo e che evidentemente – ne abbiamo adesso ulteriore dimostrazione – incontrano l’apprezzamento degli altri.”
La storia dell’azienda I Fabbri è importante, è contraddistinta da una tradizione che prosegue nel tempo, di generazione in generazione – è il caso di dirlo! – e che retrodata addirittura al Seicento, quando la Toscana doveva essere molto diversa da adesso, ma la qualità del vino ottima come ai nostri giorni.
“La nostra azienda – racconta Susanna Grassi – ha sede in una frazione di Greve in Chianti, Casole, da dove proviene anche la mia famiglia. Lì c’era l’officina dei fabbri ferrai che era la nostra seconda attività, oltre ovviamente a quella agricola. Parliamo del 1620 e da quel periodo la mia famiglia ha svolto entrambe le attività, cessando poi quella dei fabbri ferrai a metà Ottocento e continuando quella agricola e di produzione dei vini fino a oggi.
Mio nonno e mio padre avevano un altro mestiere (mio nonno era direttore di banca, mio padre era un ingegnere che ha sempre fatto ricerca), quindi l’azienda, pur rimanendo in famiglia, non era focalizzata nel fare vino imbottigliato e nella commercializzazione dei vini prodotti. Mio padre poi, verso la metà degli anni Settanta, è stato trasferito all’estero per motivi di lavoro ed è quindi stato costretto ad affittare l’azienda, tutti i terreni.”
Poi, tuttavia, qualcosa è cambiato: Susanna ha sentito la necessità di tornare all’attività di famiglia, quella che da sempre era rimasta in piedi, ma della quale era opportuno ora occuparsi in prima persona: “Io ho ripreso le redini dell’azienda nel 2000, quasi trent’anni dopo, per ridare dignità a questo luogo che l’aveva persa a causa della nostra lunga assenza. Per me si è trattato di un grosso cambiamento: come spesso dico, ‘ho lasciato la mia comoda scrivania’, visto che ho lavorato per quasi quindici anni nel settore tessile, e mi sono buttata con grande entusiasmo in questa avventura, abbandonando la mia precedente vita. Era il 2000, e mi sembrava un buon anno per cambiare e cominciare qualcosa di nuovo.”
Il premio dei Tre Bicchieri è dunque un riconoscimento di grande valore: celebra il lavoro che storia e tradizione hanno coltivato con perizia e dedizione per secoli, premia una scelta di vita coraggiosa e la forza d’animo con cui nel tempo si è tenuto fede a valori oggi spesso dimenticati come la famiglia, l’unione, il desiderio di eccellere:
“Io rappresento l’undicesima generazione e sono la prima donna a occuparmi dell’azienda: diciamo che, quando ho iniziato, avevo tre idee chiare in testa che mi hanno accompagnato e che tuttora mi accompagnano. La prima è produrre vino imbottigliato, la seconda è produrre vino di qualità, la terza è produrre vino in bottiglia con il nostro marchio, I Fabbri.
È stata un’esperienza che mi ha arricchito e che quindi mi ha reso molto contenta: tutto questo è stato possibile grazie all’aiuto della mia ‘squadra’ e naturalmente della mia famiglia che mi ha sempre sostenuto. Sono felice di aver ridato dignità a questo luogo e spero che sia stato possibile esprimere e far venire fuori un pezzetto di questo bellissimo territorio che abbiamo e farlo apprezzare in una bottiglia del nostro Lamole anche a chi è più lontano.”