I Tinazzi, nell’antica tradizione veronese, erano recipienti simili a botti dove si metteva l’uva pigiata a fermentare: una famiglia legata al vino fin dall’origine del nome. Fondata alla fine degli anni Sessanta da Eugenio Tinazzi, oggi l’azienda è seguita dal figlio Gian Andrea che, all’epoca da poco maggiorenne, iniziò a lavorare col padre appena nacque l’attività di famiglia. Oggi porta avanti il lavoro di produttore affiancato dai suoi due figli, Francesca, che si occupa di controllo di gestione, e Giorgio, dedito al commerciale.
Il gruppo Tinazzi opera su tre territori strategici: il Veneto, (con circa 90 ettari) terra di origine della famiglia, con un head quarter a Lazise, la tenuta di Valleselle, una cantina a Sant’Ambrogio in Valpolicella e Campopian, nella zona di Custoza; la Puglia, con Feudo Croce fin dal 2000 (30 ettari a Primitivo nella tenuta di Carosino, Taranto) e 68 ettari nel foggiano a San Giorgio, per poi concludere con la recente acquisizione di una piccola tenuta in Toscana, nel cuore del Chianti Classico, Pian del Gallo a Greve in Chianti (FI), con 5,5 ettari vitati. Soddisfatti della propria produzione su larga scala (circa 4 milioni di bottiglie in Veneto e 1,5 milioni in Puglia), Tinazzi oggi intende destinare le proprie energie anche verso altre attività.
Francesca ha raccontato l’ambizioso progetto legato all’ospitalità che l’azienda vuole sviluppare da qui a due anni circa con una serie di interventi migliorativi e ristrutturazioni, volti alla creazione o amplimento di luoghi “da vivere”. Ad esempio, a Campopian una ex colonica di 900 mq sarà trasformata in un accogliente B&B con 4 appartamenti, entro il 2023. La Tenuta di Valleselle – 15 ettari – sarà sempre più dedicata a degustazioni, eventi, cooking class ed altre attività di intrattenimento per gli ospiti. In progetto, anche per le altre tenute, la realizzazione di ampi spazi dedicati all’ospitalità, didattica, camere e appartamenti con piscina, ecc. Tutto questo perché Tinazzi vuole rifocalizzarsi sull’Italia. Dopo tanti anni di grande sviluppo dell’export (47 i paesi nel mondo in cui sono presenti), l’obiettivo aziendale è ora quello di promuovere il territorio nazionale, creando un circolo virtuoso “ospitalità-vino”, consentendo alle proprie tenute di essere vissute, aprendosi il più possibile al pubblico di enoturisti e appassionati di vino.
Per Tinazzi la sostenibilità non è solo un trend da seguire, ma va promossa secondo un’etica ben precisa, con un impegno verso 3 principali obiettivi: sostenibilità ambientale, economica e sociale. Il progetto, chiamato “Tinazzi (R)evolution”, ha inizio con la presentazione del Bilancio di sostenibilità (sotto la supervisione di Progesa, società specializzata in ambito di sostenibilità ambientale), evidenziando i risultati raggiunti nell’esercizio 2021 (dal 1 gennaio al 31 dicembre) e sarà da ora in poi redatto annualmente, in conformità ai “Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards” definiti nel 2016 dal GRI-Global Reporting Initiative. Con il supporto dell’AD di Progesa, Dr. Marco Prandi, e dell’Ing. Andrea Mattioli, Tinazzi è una delle prime aziende in Veneto ad aver presentato il report di sostenibilità rispettando alcuni criteri molto rigidi.
“Il 2021, sebbene ancora segnato dalla pandemia da Covid-19, si è confermato come l’anno in cui la coscienza collettiva è diventata consapevole dell’importanza della sostenibilità ambientale – afferma Francesca Tinazzi, alla guida della Tinazzi (R)evolution. Da quel momento, infatti, nasce la nuova linea Bio che, seppur sia una parte infinitinesimale del fatturato aziendale, ha innescato un meccanismo di crescita verso questa tipologia di produzione, partita con il percorso di conversione biologica di tutti i vigneti di proprietà. Il percorso di sostenibilità di Tinazzi è iniziato circa 20 anni fa, con una gestione impiantistica all’avanguardia, sistemi di tracciabilità di filiera e l’uniformazione a certificazioni di legge che hanno permesso di realizzare la linea di vini biologici. Gli investimenti in sostenibilità nell’ultimo biennio ammontano complessivamente a 171.618 €, suddivisi in strategia di sostenibilità, conformità delle norme e rispetto per l’ambiente, eco-progettazione e qualità, sicurezza e tracciabilità del prodotto. Una vera a propria “rivoluzione green”. Il percorso verso il pieno rispetto per l’ambiente e la sua sosteninibilità.
LE CERTIFICAZIONI
Importanti standard di prodotto che permettono di esprimere garanzia di qualità, innovazione sostenibile e tutela per il consumatore finale sono stati acquisiti da Tinazzi nel corso degli anni. Il percorso intrapreso ha portato l’azienda ad aderire ai seguenti standard e certificazioni, rinnovati di anno in anno: ISO 9001:2008 (Sistema di Gestione per la Qualità Certificato), UNI EN ISO 22005:2008 (Tracciabilità nella Filiera Agroalimentare), BRC Global Standards (British Retail Consortium), IFS (International Food Standard). Alla fine del 2021 la cantina San Giorgio – Vini nobili del Salento di Faggiano (Ta), di proprietà del gruppo Tinazzi, ha ottenuto lo standard Equalitas, certificazione di sostenibilità “made in Italy” riconosciuta dall’Ente Certificatore CSQA, che rappresenta l’adesione a un approccio integrato alla sostenibilità del settore basato su tre pilastri: ambiente, economia e società.
TINAZZI PER I SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS 2030
Per contribuire al raggiungimento dei 19 Sustainable Development Goals o SDGs(Agenda 2030 ONU) relativi alla crescita economica, al benessere sociale e alla tutela ambientale, Tinazzi Srl si impegna a:
- proporre a tutti i dipendenti opportunità di miglioramento del welfare aziendale; grande attenzione è riservata infatti all’ambito del benessere aziendale, con particolare rispetto di tutte le normative sulla sicurezza sul lavoro, e investimenti nella formazione dei dipendenti
- investire periodicamente nei più elevati standard aziendali per garantire ai propri dipendenti un lavoro sicuro ed etico;
- creare valore per il territorio in cui opera e promuovere iniziative verso la comunità locale;
- investire nel futuro delle giovani generazioni, collaborando con scuole, associazioni e università;
- dedicare costanti risorse alla ricerca e sviluppo per garantire qualità, tracciabilità e sicurezza del prodotto;
- investire in strategie di sostenibilità, ecodesign di prodotto ed eco-progettazione dei punti vendita e degli stabilimenti produttivi aziendali;
- coinvolgere stakeholder interni ed esterni puntando alla loro fidelizzazione;
- lavorare costantemente per migliorare l’impatto delle proprie attività sull’ambiente.