L’iter che ha portato a queste importanti modifiche è stato lungo e complesso, durato ben cinque anni di confronti e approfondimenti, spesso caratterizzati da momenti di frustrazione. “Cinque anni trascorsi in confronti e approfondimenti, a volte frustranti. Abbiamo raggiunto risultati molto importanti grazie ad una base sociale estremamente coesa e un territorio che ha supportato il nostro progetto, entrambi ci hanno sostenuto nella progettualità e trasmesso determinazione. Oggi, finalmente, i nostri produttori possono contare su più solide basi di identità territoriale e qualità”, ha dichiarato il Direttore Ettore Ciancico.
Le Principali Modifiche Apportate
Tra i cambiamenti più significativi vi è l’ampliamento della zona di produzione alla parte fiorentina del Valdarno di Sopra e l’abolizione delle sottozone, riportando così ad unicità un territorio storicamente e naturalmente unito, come sancito dal Bando di Cosimo III de’ Medici del 1716.
La denominazione ha inoltre rafforzato il suo carattere di territorio e monovitigno, includendo diverse tipologie autoctone per valorizzare il legame con la storia e le tradizionali coltivazioni locali. Un altro importante passo è stato l’avvio del processo di maggiore caratterizzazione e crescita qualitativa dei vini con menzione “vigna”, che ora prevedono gli stessi valori analitici dei vini riserva.
“Per noi il futuro deve essere basato sulla qualità che si ritrova nei vigneti migliori, per la loro composizione di terreno, posizione, base ampelografica, modalità di allevamento. Le vigne più pregiate che vengono iscritte e controllate, come previsto dalle norme, e che producono vini che solo al termine dei processi di cantina, anche questi controllati e certificati, possono fregiarsi in etichetta della menzione ‘vigna’ ed essere così al vertice della piramide qualitativa della denominazione”, ha spiegato Ciancico.
L’approvazione di queste modifiche rappresenta però solo il primo passo per la caratterizzazione dei vini “vigna” che il Consorzio intende perseguire con determinazione, presentando ulteriori richieste di modifica al Ministero, in linea con processi già presenti in altri paesi europei.
Il Presidente Luca Sanjust ha aggiunto: “La nostra è una storia di una piccola D.O. che parte nel 1716. Oggi siamo molto soddisfatti per aver proposto, coerentemente con le nostre radici, come punta più alta della piramide qualitativa della Denominazione i vini che nascono nelle vigne migliori. Pensiamo che questa sia la strada giusta per il rafforzamento del legame con il territorio. Un cambio di paradigma molto significativo di cui siamo estremamente orgogliosi, che valorizza la territorialità rispetto ad altre scelte di caratterizzazione produttiva.”
In conclusione, queste modifiche rappresentano un importante passo avanti per la D.O. Valdarno di Sopra, confermando che i migliori vini nascono dai terreni migliori con le vigne migliori.