Il Consorzio Vini di Romagna riflette sui sei mesi trascorsi dall’eccezionale alluvione del 15 maggio, esaminando gli impatti territoriali e vendemmiali. Le 2.753 cantine della regione, con 53.000 ettari vitati, affrontano sfide post-alluvione, evidenziando danni collinari e una produzione differenziata tra pianura e collina.
Frane e peronospora colpiscono le aree collinari, causando ritardi nei trattamenti e riducendo la produzione. Tuttavia, le zone di pianura registrano una produzione stabile o in leggero aumento nonostante gli allagamenti. Il presidente del Consorzio, Roberto Monti, sottolinea la diversità di avversità, compresa la flavescenza dorata e le gelate primaverili, che hanno influenzato il 2023. Nonostante le sfide, la qualità delle uve si presenta positiva grazie alle condizioni meteo favorevoli della seconda metà dell’estate.
Monti dichiara: “La strada maestra è la qualità”, suggerendo che il cambiamento climatico richiede un focus sulla valorizzazione delle produzioni attraverso le denominazioni d’origine. Nonostante le difficoltà, il Consorzio rimane impegnato nella tutela delle denominazioni e nella promozione dei vini di Romagna, garantendo qualità anche nell’annata più difficile degli ultimi trent’anni.