Il vigneto toscano continua a espandersi e a rafforzare la sua presenza sui mercati internazionali. Nel 2024, la produzione ha registrato un aumento di 900mila ettolitri, raggiungendo quota 2,6 milioni. Anche l’export dei vini DOP è in crescita: +5% in volume e +10% in valore nei primi dieci mesi dell’anno. Tuttavia, il settore deve affrontare incertezze legate alle politiche commerciali globali e ai cambiamenti climatici, che potrebbero incidere sulle strategie future dei produttori.
Questi sono alcuni dei dati presentati a PrimAnteprima, evento che inaugura la Settimana delle Anteprime di Toscana, promosso da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, con l’organizzazione di PromoFirenze. Il workshop, ospitato a Palazzo Medici Riccardi, ha riunito istituzioni e operatori del settore per discutere delle prospettive della wine economy toscana.
Un settore in espansione, tra qualità e sostenibilità
La Toscana si conferma leader nella viticoltura biologica, con il 38% della superficie vitata certificata bio (oltre 25mila ettari), un dato ben al di sopra della media nazionale. La qualità resta il punto di forza della regione, con il 95% della produzione destinata a vini a denominazione. Tra i vitigni coltivati, il Sangiovese domina con il 59% della superficie, seguito dal Merlot (8%) e dal Cabernet Sauvignon (6%).
Per sostenere la competitività del settore, la Regione ha stanziato 11 milioni di euro in fondi comunitari per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, incentivando l’innovazione e l’adattamento alle nuove sfide climatiche e di mercato. Un segnale positivo arriva anche dal rinnovo del vigneto: il 55% delle viti ha meno di vent’anni, dato che supera la media nazionale.
Export in crescita, ma il mercato interno rallenta
Se l’export continua a trainare il settore, con 730mila ettolitri di vino toscano venduti all’estero per un valore di 740 milioni di euro, il mercato interno mostra segnali di fragilità. Nei primi dieci mesi del 2024, le esportazioni di vini DOP fermi sono aumentate del 5% in volume e del 10% in valore, con una crescita più marcata nei Paesi extra-UE (+7%) rispetto a quelli dell’Unione Europea (+1%). Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di riferimento, assorbendo il 33% del volume esportato e il 40% del valore totale.
Diversa la situazione in Italia: i consumi domestici di vino DOP toscano sono calati del 3%, con una spesa complessiva in lieve flessione (-1%). Anche i vini IGT hanno registrato un calo del 3% in volume, segno di una domanda interna meno dinamica rispetto all’export.
Dazi e cambiamento climatico: le sfide del futuro
Nonostante i numeri positivi, il settore vitivinicolo toscano si trova di fronte a due grandi incognite: le politiche commerciali internazionali e il cambiamento climatico. L’eventuale introduzione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti potrebbe rallentare le esportazioni, mentre le condizioni climatiche sempre più estreme impongono un ripensamento delle tecniche di coltivazione.
Per affrontare queste sfide, i produttori stanno investendo in innovazione: nuovi cloni di vite più resistenti, sensori avanzati per il monitoraggio delle condizioni ambientali e una gestione più efficiente delle risorse idriche. Inoltre, la Toscana sta puntando sempre di più sulla sostenibilità e sulla valorizzazione del biologico, un settore in continua crescita anche a livello internazionale.
Nel frattempo, la Settimana delle Anteprime di Toscana prosegue con una serie di eventi dedicati ai vini delle diverse denominazioni regionali, da Montepulciano al Chianti Classico, fino ai territori emergenti come la Maremma e il Valdarno di Sopra. Un’occasione per celebrare la tradizione vitivinicola toscana e affrontare con determinazione le sfide del futuro.