Il Consorzio del Valdarno di Sopra ha ottenuto l’approvazione delle modifiche alla DOC, un passo importante per rafforzare l’identità e la qualità dei vini di questa piccola ma significativa denominazione toscana.
Le novità:
- Ampliamento della zona di produzione: la zona di produzione è stata estesa alla parte fiorentina del Valdarno di Sopra, ricreando l’unità storica e ampelografica del territorio.
- Valorizzazione del monovitigno: la scelta di puntare sul monovitigno è stata rafforzata, con l’inclusione di diverse tipologie autoctone.
- Vini “vigna”: avviato un processo di maggiore caratterizzazione dei vini con menzione “vigna”, che avranno gli stessi valori analitici dei vini riserva.
- Uve da agricoltura biologica: in fase di approvazione l’obbligo di utilizzare uve da agricoltura biologica per i vini con menzione “vigna”.
L’ispirazione dalla Borgogna:
La menzione “vigna” richiama il concetto di CRU, che ha portato tanta fortuna ai vini della Borgogna. In Toscana, l’obiettivo è di restringere le maglie produttive per ottenere vini di altissima qualità.
“Siamo una denominazione di territorio non di vitigno” – precisa Ettore Ciancico, presidente del Consorzio Valdarno di Sopra DOC – “I nostri vini “Vigna” sono integralmente prodotti da uve aziendali. Come consorzio posizioneremo questa tipologia di vini nella fascia più alta dei nostri prodotti”.
Otto vini “vigna” per un futuro promettente:
Nel corso della giornata l’Altra Toscana, inserita nel programma di eventi delle Anteprime di Toscana, sono stati presentati alla stampa 8 vini “Vigna”:
- Petrolo: Galatrona, vigna Galatrona, 2021, Merlot
- Il Borro: Nitrito, vigna Casella, 2020, Cabernet Sauvignon
- Il Borro: Alessandro dal Borro, vigna Alessandro dal Borro, 2018, Syrah
- Tenuta Sette Ponti: Vigna dell’Impero, 2019, Sangiovese
- La Salceta: Ruschieto, vigna Ruschieto, 2020, Sangiovese
- Tenuta San Jacopo: Vigna Mulino, 2020, Sangiovese
- Petrolo: Bòggina C Riserva, vigna Bòggina, 2021, Sangiovese
- La Salceta: Fuorilinea, vigna Ruschieto, 2023, Sangiovese.
Ciò che è emerso dalla degustazione indica indubbiamente una qualità dei vini molto elevata. Tuttavia, potrebbe essere opportuno per il consorzio trovare un equilibrio nella proposta di mercato, considerando che passare da 350 a 35 euro potrebbe essere un salto eccessivo.