Nella nostra bella Toscana, il Vinsanto e altri vini dolci, come i Passiti, rievocano le tradizioni contadine che affondano le radici nella storia della regione. Questi gioielli, prodotti in quantità limitate, venivano gelosamente custoditi per essere condivisi con ospiti e parenti, che spesso si radunavano per il pranzo domenicale. Si trattava di vini abboccati, non eccessivamente dolci, ottenuti principalmente dalle uve Malvasia e Trebbiano. Questi tesori enologici venivano offerti all’aperto in piccoli bicchieri di vetro, anticipando in qualche modo l’idea moderna degli aperitivi, e si sposavano perfettamente con cibi semplici ma saporiti. (qui il video sul Vinsanto del Chianti Classico)
Oggi i vini dolci toscani, sebbene ricchi di storia e tradizione, faticano a trovare il loro posto sulle tavole moderne, in un mercato sovraffollato da bottiglie economiche che spesso non rispettano le metodologie tradizionali di produzione. Nonostante le sfide, molti produttori si dedicano con passione alla creazione di questi vini, che rappresentano l’identità storica delle loro aziende.
Recentemente, presso l’azienda agricola Fattoria il Colle di Trequanda (SI), si è tenuto un importante evento chiamato “Dolce Toscana” iniziativa organizzata dall’associazione Donne del Vino Toscana, sotto la guida della presidente Donatella Cinelli Colombini. Questa degustazione ha aperto una profonda riflessione e uno studio su questa tipologia di vino, che oggi è alla ricerca di una nuova direzione e di nuove opportunità per il futuro.
Donatella Cinelli Colombini sottolinea: “I vini dolci sono parte integrante della storia enologica, con radici che affondano nei secoli, e il processo di appassimento dell’uva è stato fondamentale per conservarla e arricchirla di zuccheri. Oggi, dobbiamo esplorare nuovi modi di valorizzare questi vini e farli scoprire a una nuova generazione di consumatori.”
Il giornalista enogastronomico Gianni Fabrizio sottolinea: “Questa produzione spesso di carattere familiare è legata a lunghe tradizioni e riti che contraddistinguono ogni parte della Toscana.” Tuttavia, queste tipologie oggi devono affrontare una concorrenza sleale rappresentata da bottiglie a basso costo che spesso non seguono le pratiche tradizionali di produzione, allontanando così i consumatori dai veri tesori enologici toscani.
Su questo fronte, l’associazione Donne del Vino ha fatto appello per un intervento istituzionale volto a tutelare la produzione tradizionale di questi vini.
Roberto Scaletti, direttore dell’ambito Agricoltura e Sviluppo Rurale di Regione Toscana, dichiara: “Il Vinsanto e il Passito custodiscono una straordinaria narrazione che proviene da secoli di esperienza. Sono prodotti che devono essere trattati con la massima cura e considerati come autentici tesori enologici.”
Oggi, questi vini cercano una nuova identità e interpretazione, soprattutto in abbinamento a cibi, dove molte aziende cercano di spostarsi verso prodotti più secchi e facilmente abbinabili. Donatella Cinelli Colombini ha intuito l’importanza di proporre nuove modalità di accostamento di questi vini, come la collaborazione con caseifici e affinatori per promuoverli insieme ai formaggi toscani. Questo approccio innovativo potrebbe rappresentare una svolta cruciale nella promozione di questi vini tradizionali, consentendo loro di brillare ancora una volta nelle tavole della Toscana e del mondo.
Generalmente, il Vinsanto è trascurato quando si parla della nuova immagine di un’azienda vinicola. Questo perché i produttori non sono motivati a investire risorse in un prodotto che non genera abbastanza ricavi in proporzione al lavoro svolto. Per questo motivo, i vini dolci spesso non seguono le tendenze del mercato e vestono “abiti vecchi” con il risultato di un packaging non attraente. “È importante comunicare la rarità di questi prodotti e creare un packaging più attraente che evolva il contenuto fino a farlo diventare un prodotto da collezione.” – racconta Federica Cecchi, Wine Designer presente all’incontro.
Ecco la descrizione dei vini dolci che sono stati presentati durante la degustazione tenutasi presso la Fattoria il Colle il Sabato 28 Ottobre.
(Il metodo di valutazione rispecchia le caratteristiche del vino assaggiato, le impressioni organolettiche ed emozionali dello stesso, del tutto soggettive e legate al mio gusto)
Fattoria Aldobrandesca, Aleatico Sovana DOC Superiore 2022
Si presenta di colore rubino scarico, al naso fiori rossi come rose, botaniche, visciole. Palato scorrevole, asciutto e persistente. Torna il caramello.
Fattoria le Pupille, Passito Solalto IGT Toscana 2019
Paglierino riflessi dorati, al naso miele di castagno, menta secca, sentori iodati sul finale. Palato pungente e centrale, di buona e vivace freschezza.
Banfi Florus Moscadello di Montalcino DOC 2019
Paglierino brillante, al naso note di camomilla e altri fiori gialli, tarassaco, sentori di uva passa e crema pasticcera. Al palato spicca in dolcezza, tornano le mandorle e la pesca sciroppata.
Donatella Cinelli Colombini Passito da uve Traminer Aromatico IGT 2018
Ambrato, si apprezzano subito mandorle e noci, poi caramello e note di spezie bianche, albicocche appassite. Palato compatto e dolce, torna l’albicocca ed il miele di castagno.
Dei Vin Santo di Montepulciano 2016
Ambrato con riflessi ramati, naso pungente e caramellato, miele di castagno, nocciole, note boisè. Palato concentrato, torna la nocciola e il caramello.
Castello di Querceto Vin Santo del Chianti Classico 2018
Ambrato brillante, elicriso, albicocche, sentori di miele e uva passa. Palato di buona freschezza, chiude con sentori di aromatiche ed i fiori gialli.
Badia a Coltibuono Vin Santo del Chianti Classico DoC 2013
Giallo ambrato con riflessi aranciati, naso intenso e ampio si apprezzano i fichi secchi, miele di castagno, note di caffe e incenso. Palato che scalda, torna il sandalo, dolcezza coprente.
Tenuta il corno Vin Santo del Chianti 2004
Ambrato scuro, naso cupo con note di ginestra, sentori fumè, chiodi di garofano e nocciola. Palato senza sbalzi, pulito e asciutto.
Castello di Sonnino Red Label Vin Santo del Chianti DOC 2015
Giallo ambrato, naso ampio prevalgono botaniche, sentori balsamici, ricordi di salmastro, nocciole e note di cioccolato bianco. Palato accomodante, buona freschezza e gusto. Sapido richiama il sorso.
Capezzana Vin Santo di Carmignano DOC Riserva 2016
Giallo ambrato, naso pungente con lievi note acetiche, uva passa, nocciole, more di gelso. Palato dinamico e complesso, sicuramente dolce torna il caramello.
Tenuta di Artimino Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012
Ambrato brillante, erbe officinali, chiodi, ginestra, uva passa. Palato composto e largo, chiusura amaricante e pulita. Non troppo dolce.
Villa Vetrice Vin Santo del Chianti Rufina DOC 2006
Ambrato intenso, fichi secchi, note di sandalo, fiori secchi e uvetta. Palato molto dolce ma complesso, regge ancora in acidità e slancio. Chiusura tostata.
È gratificante incontrare produttori che ancora nutrono una profonda fiducia nell’enorme potenziale dei vini di questa categoria. Mi impegno a proporre all’associazione VinoPeople l’organizzazione, in un futuro prossimo, di una serata di degustazione e abbinamento di una pregiata selezione di vini dolci provenienti dalla Toscana.