Il recupero dei vitigni autoctoni è una sfida cruciale per la biodiversità e la valorizzazione del territorio. I vignaioli biodinamici Demeter sono in prima linea nel riportare alla luce varietà dimenticate, spesso a rischio d’estinzione, con l’obiettivo di preservare l’identità culturale e agronomica delle regioni vinicole italiane.
Se n’è parlato alla Slow Wine Fair durante l’incontro “Viti dimenticate: la passione dei vignaioli biodinamici Demeter recupera le varietà autoctone”, moderato dall’enologo Michele Lorenzetti. Tra gli interventi, quello di Francesco Bordini, che ha evidenziato il valore delle vigne pre-fillossera come custodi della biodiversità genetica. Danila Mongardi ha ricordato la ricchezza viticola dell’Emilia-Romagna nell’Ottocento, mentre Paride Benedetti ha sottolineato l’opportunità di mercato legata alle varietà locali, come il vitigno “Famoso”, riscoperto nel Cesenate.
Per Giovanni Buccheri, direttore di Demeter Italia, il recupero dei vitigni autoctoni è una missione culturale oltre che agricola: “Conservare queste varietà significa custodire storia, paesaggio e cultura. La viticoltura biodinamica è una visione olistica che ci permette di valorizzare il nostro terroir”.