Appassionati di vino e cibo, per i napoletani, non si può che parlare di tradizioni e rispetto dei riti festivi, partendo dalla classica riunione familiare, il presepe, ed anche l’albero. Ma lo splendore ed il richiamo DOC della tradizione delle festività, non puoi che scoprirla e goderla nelle tavole imbandite. Non c’è festa che tenga senza il cibo, e il vino non può che essere il degno Re accompagnatore, a completare l’allegria, contagiando tutti i commensali. La vera domanda è quali vini abbinare ai piatti tradizionali? Quale occasione migliore per proporvi da Napoletana DOCG, una selezione di quattro vini Campani da consumare in questi giorni e non solo, con un corretto e godereccio accompagnamento culinario. Ecco le mie proposte campane per le Feste…
Per aprire le danze ed accompagnare gli antipasti a base di pesce, con un tripudio di sapori, l’unica soluzione indovinata sono le Bollicine che mettono tutti d’accordo. Quindi abbiamo:
“Trentapioli” Asprinio D’Aversa DOC di Salvatore Martusciello – L’uva Asprinio è un vitigno autoctono campano. Alla vista, mostra un colore già oro, con perlage fine e persistente. I profumi emanano note di pera, frutta esotica, agrumi e floreale di zagara. Al sapore, in entrata ha un impatto acido, secco e abbastanza morbido.
Per accompagnare invece, il primo piatto, con l’immancabile “Spaghetto con le vongole”, sapido con un seghetto succulento che solo dell’ottima pasta napoletana di Gragnano sa supportare.
Allora la possiamo abbinare ad un “Fiano di Avellino Riserva vino della Stella” di Joaquin; un vino che viene dal cuore dell’Irpinia. Dal colore giallo paglierino con riflessi dorati. Il bouquet è complesso e vibrante con delle sensazioni di frutto della passione e melone, agrumi anche nocciola ed in evoluzione basilico, fiori bianchi. Al sapore pieno, piacevole, dinamico, con sfumature minerali e mediterranee. Sorso dalla bella freschezza.
Ancora un piatto, ma di carne al forno con patate, per cui è importante scegliere un vino più strutturato. La bottiglia è: “Poliphemo Vecchie Vigne” 2018 di Luigi Tecce; un Aglianico di grande struttura e concentrazione, ottenuto da viti di 80 anni di età. L’aspetto da un colore inchiostro, impenetrabile. Il naso comincia con compatto e austero, pian piano risale quella sensazione in cui è la terra a parlarti che porta proprio d’impatto alla sensazione di terreno. Lentamente si comincia ad aprire ad un ventaglio irresistibile di prugna, cacao amaro, corteccia, mirto, incenso, sottobosco e note speziate di pepe nero/rosa. Al gusto, il vino ti travolge, arriva un sorso impetuoso dove il tannino la fa da padrone e ne allunga la persistenza.
E non possiamo che chiudere con frutta secca, mostaccioli, roccocó e struffoli, i dolci della tradizione a chiudere le cene con un tripudio di colori e sapori, tra morbidezze e croccantezza. Il suo accostamento migliore con: Meteora – Passito di Pallagrello di Castello Ducale; Si presenta giallo ambra, con un gusto dolce naturale e dai profumi di agrumi, fieno e miele. Per concludere piacevolmente la serata.
Un augurio con un brindisi campano a tutti voi.