Mi sono recentemente immersa in una serata indimenticabile, parte del coinvolgente ciclo di eventi “Uguali ma Diversi” promosso con passione dalla nostra associazione VinoPeople. La quarta serata, dal titolo “Rossi Fuori dal Coro”, si è rivelata un’esperienza avvincente alla scoperta di tre vini rossi toscani, ognuno portatore di una storia territoriale e genetica unica.
Il 23 novembre è stata dedicata all’approfondimento di tre perle vinicole toscane, una selezione di etichette che ha catturato l’attenzione e il palato di noi ospiti fortunati.
Il Monastero dei Frati Bianchi, incastonato nella pittoresca Lunigiana toscana a Fivizzana (provincia di Massa), ha presentato il Pollèo IGT Toscana 2020 – 100% Pollera. Questo vitigno antico, rischiato di scomparire, è stato riportato in vita da Giorgio Tazzara e i suoi soci, insieme ad altri produttori locali, regalando un vino con profumi affascinanti, grande eleganza e freschezza al sorso.
Proveniente da Montespertoli (FI), la tenuta Marzocco di Poppiano ha svelato il Pretale IGT Toscana 2016, un blend di Sangiovese, Uva Francesca (il Cabernet Sauvignon di Carmignano) e un significativo Canaiolo proveniente da un clone degli anni ’50. Un vino che ha colpito con un ingresso ampio e voluminoso, un sorso vellutato e una chiusura bilanciata di grande profondità.
L’azienda Poggio alle Monache, con il suo Corale ITG Toscana 2021 al 100% Syrah, proveniente dalla suggestiva zona di Asciano tra Siena e Cortona, ha raccontato la storia di un vitigno che ha trovato dimora in quest’area. Una trama tannica fitta ha accompagnato un sorso di grande corpo, chiudendosi con toni speziati e caldi, ancora giovane nella sua espressività, ma promettente di grande equilibrio.
Ciò che è emerso chiaramente durante la degustazione è stata la sorprendente duttilità di questi tre vini, uniti dal loro carattere speziato che li rende perfetti per abbinamenti audaci con una varietà di piatti. La serata è stata caratterizzata da una partecipazione vivace, con gli ospiti che sperimentavano abbinamenti multipli sia con i piatti che con i vini.
Guidati con maestria da Sara Cintelli e Milko Chilleri, il confronto franco e diretto tra produttori e consumatori ha aggiunto un tocco personale alla serata. Il ristorante Il Caminetto di Firenze ha arricchito ulteriormente l’esperienza, accostando i tre vini a piatti attentamente selezionati.
E, come ciliegina sulla torta, il Vermut di Castelli del Grevepesa (San Casciano, Firenze) ha accompagnato con maestria la chiusura della cena, grazie alla sua miscela unica di botaniche coltivate direttamente in azienda e al Sangiovese che costituisce la base della ricercata ricetta del Vermut.
In conclusione, una serata straordinaria che ha svelato la diversità e l’eccellenza dei vini toscani “fuori dal coro”, spingendoci a esplorare nuovi orizzonti gustativi e a scoprire la bellezza di territori vinicoli meno convenzionali.